Il progetto

mercoledì 1 Marzo, 2023

Una «miniera» di dati. Sprint finale per il Data Center in grotta a San Romedio

di

Dati in grotta: dall'Ateneo primo ok a Dedagroup, Isa e Gpi. Offerti 20 milioni

Si avvicina lo sprint finale per il raggruppamento temporaneo d’impresa formato da Dedagroup, Gpi, Isa e l’azienda Covi Costruzioni. Ieri l’Agenzia provinciale appalti e contratti (Apac) ha preso atto della valutazione positiva del comitato tecnico di ateneo, nominato un mese fa dal rettore Flavio Deflorian, e ha aperto la busta dell’offerta economica da 20 milioni presentata dai privati per realizzare e gestire il data center nelle celle ipogee di San Romedio, nell’ambito di una società mista pubblico-privato. Le carte sono in regola. Dagli adempimenti più burocratici alle componenti del progetto fino all’offerta finanziaria. Ora l’università dovrà esprimersi, decidendo se procedere all’aggiudicazione del progetto alla cordata di imprenditori trentini.
Il progetto «Trentino Data Mine» è nato per realizzare un’infrastruttura tecnologica green nelle cave della Valle di Non. L’infrastruttura sorgerà in uno spazio di oltre 80.000 metri quadrati sotto terra, nelle celle ipogee nate dai vuoti minerari creati dall’estrazione di dolomia. Sarà dotata di cloud data center, laboratori e reti avanzate, per l’erogazione di servizi. In ambiti tecnologici avanzati, come Artificial Intelligence, High performance computing, Edge computing e sicurezza informatica. Tecnologie all’ordine del giorno per le aziende e il mondo della ricerca.
La proposta innovativa è risultata vincitrice del bando del Mur collegato al Pnrr. Come capofila del progetto di partenariato pubblico-privato istituzionalizzato figura l’Università di Trento, affiancata da Fbk. Il bando prevede un quadro economico complessivo dei lavori pari a 37.572.153,76 euro, di cui 18,4 milioni garantiti dalle risorse Piano nazionale di ripresa e resilienza, da mettere a terra entro 36 mesi a partire dal primo gennaio 2023. Il resto, secondo quanto stabilito, è a carico dei privati, selezionati attraverso gara.
L’unica proposta, al 14 dicembre, è arrivata dal raggruppamento temporaneo di imprese (Rti) composto dall’azienda della famiglia Podini, da quella di Fausto Manzana e dall’Istituto Atesino di Sviluppo, affiancate dall’azienda Covi Costruzioni. Nelle scorse settimane, una commissione tecnica, nominata con decreto del rettore dell’Università di Trento, il 13 gennaio ha valutato, «in complessive cinque sedute riservate l’offerta tecnica del concorrente ammesso alla procedura». Arrivando, il 24 febbraio, a trasmettere all’Agenzia Provinciale per gli Appalti e Contratti (Apac) i punteggi assegnati alla proposta.
La commissione tecnica, come ha dato atto ieri il presidente di gara, l’avvocato Antonio Tita, dirigente generale dell’Apac, ha preso in considerazione diverse voci di valutazione. Qualità ed efficacia del piano gestionale e organizzativo, competenza nell’ambito della gestione di strutture data center o Ict, coerenza ed efficacia del piano industriale in relazione ai servizi resi, completezza del piano economico-finanziario relativo alla realizzazione e alla gestione del data center, gli ambiti considerati. Complessivamente, il raggruppamento ha ottenuto un punteggio di 42,76 punti, superiore alla soglia di sbarramento prevista dal bando di gara (pari a 40). A questo parametro soddisfatto si aggiunge anche quello dell’offerta economica presentata del valore di 20 milioni. Importo che oltrepassa il limite minimo, fissato a 19.161.798,42 milioni, per le quote del socio privato.
Ora la palla passa per l’ultima volta all’ateneo, che dovrà procedere con l’eventuale aggiudicazione. Aggiudicazione che porterebbe Dedagroup, Gpi ed Isa a diventare partner al 51% della società veicolo che realizzerà l’infrastruttura e la terrà in gestione. Con l’impegno di mantenerla economicamente e finanziariamente in equilibrio almeno per un arco temporale di 15 anni. I tempi per la realizzazione dei lavori sono scanditi dal Pnrr e sono stretti. Le risorse sono sbloccate da gennaio e saranno a disposizione per altri 36 mesi.