politica
martedì 30 Maggio, 2023
di Tommaso di Giannantonio
Si è chiuso il Festival, ma non si è placata la tensione tra Fratelli d’Italia e Lega, che continuano a litigare sul candidato presidente. Ieri mattina il commissario regionale di FdI Alessandro Urzì ha inviato una nota di replica a Fugatti. Sabato scorso il governatore trentino aveva dichiarato che contano «solo i tavoli locali», a dispetto di quanto ripetevano i ministri a trazione Meloni al Festival dell’Economia. Ma «è del tutto evidente — ribatte Urzì — che la questione delle candidature sarà risolta dal vertice nazionale della coalizione, perché l’autonomia sarà tanto più forte quanto più forte sarà il collegamento con il governo nazionale». Parole, queste ultime, ritenute «gravi» e «offensive» dalle forze territoriali della coalizione, dalla Civica di Gottardi al Patt: «Così si offende l’autonomia». Ed ora dentro al centrodestra c’è chi comincia a preoccuparsi seriamente delle ripercussioni elettorali della linea dura adottata dal partito di Giorgia Meloni.
«Fugatti dipende da Milano»
Il nodo è appunto quello del nome del candidato presidente alle elezioni provinciali di ottobre. Il tavolo locale del centrodestra ha già designato il governatore uscente Fugatti, ma Fratelli d’Italia si è tirato fuori avanzando la candidatura di Francesca Gerosa, presidente di Itea. Il suo nome è stato sostenuto anche da tutti i ministri di FdI che sono stati ospiti del Festival dell’Economia. Domenica, nell’ultimo giorno della kermesse, il leader nazionale della Lega Matteo Salvini, collegato da remoto, ha cercato di riequilibrare i pesi: «Squadra che vince non si cambia». «Ci avrebbe sorpreso se Salvini non avesse detto le cose che ha detto», ha commentato prontamente il commissario di FdI Urzì.
Quel che è certo è che la strategia di FdI al Festival dell’Economia ha infastidito il centrodestra trentino e il governatore Fugatti. I ministri avevano la sensazione di trovarsi di fronte a due presidenti: Fugatti e la candidata Francesca Gerosa, che si muoveva tra le sale della kermesse come una sorta di presidente parallela. A contribuire alla politicizzazione del Festival sono state le dichiarazioni dei ministri di FdI, da Fitto a Santanchè, da Ciriani e Urso: tutti compatti nel sostenere Gerosa e nell’affermare che la decisione ultima spetterà al tavolo nazionale, a Roma. Fugatti aveva mantenuto i nervi saldi, ma poi sabato si è lasciato andare: «Qui contano i tavoli locali». E poi ha lanciato un chiaro messaggio: «Io ho le spalle larghe anche senza ministri».
Ieri mattina è arrivata puntuale la replica di Urzì. «È del tutto evidente — afferma il commissario di FdI — che la questione sulle candidature a presidente saranno risolte a tempo debito proprio dal vertice fra Giorgia Meloni e Matteo Salvini assieme a Forza Italia e le componenti della coalizione nazionale, in accordo con le preziose liste civiche locali. Nell’interesse del Trentino». Nel suo comunicato Urzì riserva anche una stilettata allo stesso Fugatti: «Pensare che decidono i tavoli locali è un errore per un presidente uscente che è presidente solo per la tessera di un partito nazionale con sede a Milano che ha in tasca». E attacca poi tutti gli «amici leghisti», «che da mesi non convocano con errata presunzione di autosufficienza nemmeno il tavolo di coalizione per discutere di nulla, programmi e strategia elettorale, ragione per cui FdI al programma ed alla strategia lavora di suo da tempo». Eppure «tutti sanno ad iniziare dai nostri amici ed alleati, che non si vince senza FdI». Solo il proiettile indirizzato a Fugatti (si veda pagina 15) è riuscito ad allentare la tensione: sia da Urzì che da Gerosa sono arrivati messaggi di vicinanza e solidarietà.
La rabbia di Patt e La Civica
Un atteggiamento, quello di Fratelli d’Italia, che fa arrabbiare le forze territoriali del centrodestra. A partire da La Civica di Mattia Gottardi: «Trovo offensivo — commenta l’assessore provinciale — che si continui a richiamare Roma per la scelta del candidato presidente. Per noi la strada è molto chiara e definita: non c’è bisogno che qualcuno mi venga a raccontare cosa devo fare a casa mia. Trovo intelligente trovare una convergenza con FdI, proprio perché a livello provinciale, diversamente da ogni altro contesto, qui il centrodestra ha vinto grazie alle forze territoriali». La questione si fa più delicata per gli autonomisti del Patt, che hanno stretto un accordo con Fugatti per correre insieme alle elezioni. «Ma se cambiano i presupposti — ribadisce il segretario del Patt Simone Marchiori — noi non ci siamo. Per una terra autonoma non esiste che decide Roma. Non so se ci si rende conto della gravità delle parole che sono state dette».
Cattoni: «Io impegnato in A22»
Nel centrodestra, intanto, iniziava a circolare già il nome di un candidato di mediazione, nello specifico l’amministratore delegato di Autobrennero Diego Cattoni, che però si tira fuori da qualsiasi scenario: «Io sono impegnato a gestire la complessa attività di A22 e Aiscat». E smentisce l’arrivo di una richiesta di candidatura.
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