Giovani
lunedì 30 Gennaio, 2023
di Beppe Castro
Sessantaquattro anni di attività sportiva sono un traguardo importante da festeggiare degnamente. Ma il fiore all’occhiello dell’Us Levico Terme, società calcistica che con la prima squadra milita in Serie D (attualmente al quartultimo posto, con il nuovo mister Archimede Graziani, subentrato a Claudio Rastelli, che ha esordito domenica scorsa), è senza dubbio il settore giovanile. Negli ultimi dieci anni ha avuto una crescita esponenziale grazie all’impulso dato dal presidente Sandro Beretta.
Il sodalizio gialloblù organizza ogni anno il torneo internazionale «Il Pulcino d’Oro» che fa arrivare come sempre in estate nel centro termale tantissimi bambini da tutto il mondo, ma soprattutto ha avviato da due lustri il progetto giovani che è in continua crescita in un ambiente dove conta molto l’aspetto educativo e sociale visto che il calcio è lo sport più seguito al mondo che aggrega, favorisce la conoscenza e assicura, al contempo, divertimento e socializzazione. Il settore giovanile dell’Us Levico ha più di 200 bambini e in poco tempo ha raddoppiato le iscrizioni. Nel 2018 infatti erano appena 70 i giovanissimi che avevano varcato la soglia della struttura di Viale Lido. Yann Bertholom, per anni all’Hellas Verona e poi al Trento calcio, da quattro anni responsabile del settore giovanile del club valsuganotto per la fascia di età che va dai 5 ai 12 anni, spiega come mai quella dell’Us Levico è tra le «cantere» più prestigiose della provincia trentina. «I bambini trovano qui da noi un ambiente sano all’interno del quale si svolge la nostra attività di base, che per i piccoli rappresenta il primo approccio con il mondo del calcio. Oltre l’aspetto agonistico, curiamo lo sviluppo delle capacità relazionali e di autostima che servono ai bambini anche a scuola. Aiutiamo i ragazzi a socializzare, conoscere il proprio corpo e a come migliorare il livello di attenzione. Così avranno anche un maggiore controllo anche in classe. La conoscenza di se stessi è importante per sviluppare un rapporto sociale adeguato. Essere sereni non solo migliora l’aspetto motorio, ma accresce in particolar modo quello cognitivo». Amedeo Zamboni, responsabile del settore giovanile dell’Us Levico dai 13 ai 18 anni, spiega come cambia il lavoro dal punto di vista sociale e aggregativo. «La nostra è un’area agonistica diversa e rispetto al settore di base cambia tutto. I ragazzi cominciano a giocare in un campionato a 11 e trovano anche un vero arbitro federale. Dunque muta anche l’approccio alla gara e l’aspetto comportamentale è diverso. In questo processo formativo noi curiamo maggiormente l’aspetto mentale visto che i risultati diventano importanti. L’obiettivo è di regalare ai giovani del territorio la possibilità di misurarsi con i pari età di realtà importanti del calcio giovanile a livello nazionale».
Il presidente dell’Us Levico, Sandro Beretta, ogni anno si fa trovare pronto per una nuova avventura e sottolinea quanto sia importante far crescere all’interno della canterà gialloblù i giovani curando gli aspetti di inclusione sociale e aggregativi: «Ringrazio tutti coloro che ci sostengono da fuori, parlo di sponsor e istituzioni perché ci danno una grossa mano e una spinta per fare sempre meglio. Per noi la crescita dei giovani è fondamentale ed io ho sempre avuto, anche quando giocavo, un rapporto particolare con loro facendogli da chioccia. nonostante il Trentino sia, come tutta l’Italia, la terra dei campanili, siamo riusciti a far decollare un progetto che vede al centro altre realtà del territorio. Questa è stata la nostra vittoria più grande. Se parliamo di aspetti sociali e aggregativi, sapere che realtà come quella di Borgo, Caldonazzo o Pergine collaborano con l’Us Levico è una cosa straordinaria. Abbiamo reso la nostra valle sempre più unita. Non possiamo negare che la prima squadra che milita in Serie D e la Juniores Nazionale facciano da traino per il settore giovanile e per questo facciamo ogni sforzo per mantenere la categoria».
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