Campagna
giovedì 9 Gennaio, 2025
di Davide Orsato
È uno dei progetti di prevenzione più ambiziosi della sanità trentina per il 2025 e potrebbe diventare anche un esempio a livello nazionale. Ma la campagna vaccinale contro il Papilloma virus, la prima ad amplissimo raggio (si possono sottoporre tutte le donne sotto i quarant’anni e gli uomini fino ai trenta) non decolla al primo appuntamento. Sabato, infatti, si terrà il primo open day, con accesso libero a tutti coloro che hanno il requisito d’età (per il 2025: donne e uomini nati dal 1994 al 1995 e tra il 1997 e il 2007 inclusi, oltre alle donne nate nel 1984, 1985 e 1990; le persone nate negli altri anni saranno «chiamate» nel 2026 e nel 2027). L’Apss ha messo a disposizione mille dosi di vaccino ma, allo stato attuale, si sono prenotate circa cinquecento persone: la metà.
Così l’azienda sanitaria ora fa sapere che ci sono altri posti a disposizione. «A dicembre, quando è stata annunciata la campagna — spiega la direttrice dell’Unità operativa di igiene e sanità pubblica, Maria Grazia Zuccali — è stato stabilito che ci sarebbe stato un’open day una volta alla settimana, per venire incontro a chi avesse scarsa disponibilità di tempo durante la settimana. Quella di sabato 11 sarà la prima e probabilmente ha risentito della vicinanza al periodo delle vacanze». Testato da anni, il vaccino contro il papilloma virus (Hpv in sigla), è — di fatto — il primo disponibile contro il cancro, visto che l’agente virale è all’origine di alcune forme tumorali che colpiscono la cervice uterina e, cosa meno nota, anche l’area della testa — collo. La trasmissione avviene per via sessuale. «Oltre ai tumori — prosegue Zuccali — l’Hpv è all’origine anche di fastidiose lesioni benigne note come condilomi. I casi di cancro, in Trentino, non sono trascurabili: parliamo di cinquanta diagnosi l’anno. Sono evitabili con il vaccino, per questo stiamo investendo molto in questo programma». Quanto all’età, il criterio si basa su alcuni riscontri epidemiologici. «In particolare negli uomini — la conclusione di Zuccali — il vaccino è efficace se fatto in giovane età. Nelle donne, l’età attorno ai 40 rappresenta quella in cui sono più frequenti le diagnosi».
Le ricerche
di Redazione
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