Sanità
domenica 13 Novembre, 2022
di Redazione
«In Trentino è possibile raggiungere la copertura minima per l’antinfluenzale, ma servono miglioramenti». Due sigle che riuniscono i medici di base, Fimmg e Snami, lanciano un appello a favore della vaccinazione contro l’influenza stagionale. Lo fanno ricordando «l’impatto sanitario e socioeconomico dell’influenza: ogni anno in Italia questa determina ottomila decessi figurando tra le prime dieci cause di morte, 60 mila accessi in pronto soccorso, novemila ospedalizzazioni per sindrome respiratoria acuta, oltre 200 mila ospedalizzazioni per altre cause influenza correlate. Alcune fasce di popolazione – ricordano i medici – come i bambini piccoli, gli anziani ed i soggetti fragili per patologie croniche sono maggiormente a rischio di gravi complicanze quali polmonite virale, polmonite batterica secondaria e peggioramento delle condizioni mediche sottostanti». La conclusione: il costo totale di una stagione influenzale è di 1,4 miliardi di euro.
L’obiettivo minimo è fissato al 75% di copertura vaccinale per tutti i gruppi target (come gli ultrasessantenni). A livello nazionale la copertura è stata del 65% nel 2020 e del 58% nel 2021.
Per Fimmg e Snami «In Trentino si parte avvantaggiati anche grazie alla diffusione delle forme aggregative della medicina generale, cui ora aderisce l’87% dei colleghi. Le dosi somministrate registrate nel software dei medici di medicina generale vengono direttamente trasmesse all’anagrafe vaccinale locale e nazionale, senza passaggi cartacei o tramite diversi portali web come avviene nel resto d’Italia».
Secondo i camici bianchi, però, ci sono anche dei fronti su cui lavorare a livello locale. A cominciare dalle iniziative di promozione della campagna: «Vanno anticipate – notano –. Quest’anno l’Apss l’ha ufficializzata il 10 novembre, anziché ad inizio ottobre come previsto dalla circolare ministeriale». Altre raccomandazioni: «Oltre alla vaccinazione va raccomandata l’igiene respiratoria, come contenimento della diffusione derivante dagli starnuti, dai colpi di tosse, con la protezione del gomito o di un fazzoletto, evitando contatti ravvicinati se ci si sente influenzati. Inoltre è meglio indossare la mascherina nei luoghi chiusi e continuare a lavarsi le mani di frequente. Agli assistiti si raccomanda di mantenere l’abitudine di indossare le mascherine anche nei nostri studi professionali, come nel resto delle strutture sanitarie».
Ultimo punto: «Va accelerato l’accreditamento presso l‘Iss, l’istituto superiore di sanità, del laboratorio trentino per la sorveglianza virologica dell’influenza e delle altre virosi respiratorie, attualmente assente solo in Trentino, Basilicata e Molise e i medici di famiglia non devono essere considerati operatori finali della vaccinazione ma devono essere coinvolti, oltre che nel comitato scientifico provinciale, anche nella programmazione della messa in opera della campagna».
Sulla vicenda si esprime diversamente Nicola Paoli, segretario generale Cisl medici del Trentino: «In riferimento alla stagione vaccinale per l’influenza in Trentino, si è deciso, d’accordo tutti i sindacati della medicina generale – ci tiene a sottolineare Paoli – l’avvio della vaccinazione all’arrivo da Verona, delle scorte vaccinali, nella prima metà di ottobre, tenuto presente che gli anni scorsi, prima del Covid, la campagna vaccinale iniziava in novembre. Il primo giorno che sono arrivate a Trento, dopo lo stoccaggio, monitorate direttamente dal sindacato di maggioranza assoluta della medicina generale, sono state caricate immediatamente sui mezzi della protezione civile, unicum in Italia».