cronaca

martedì 19 Dicembre, 2023

Val di Cembra, in moto a 236 chilometri orari: identificati e denunciati 4 biker veneti

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Rischiano una multa fino a 20mila euro i motociclisti che, la scorsa estate, sono stati protagonisti di un video, diventato poi virale

Rischiano fino a 20 mila euro di multa i quattro motociclisti che, la scorsa estate, sono stati protagonisti di un video, diventato poi virale, in cui si erano ripresi a sfrecciare a 236 chilometri orari lungo le strade della Val di Cembra. I carabinieri della compagnia di Cavalese, infatti, hanno ora deferito alla Repubblica di Trento i quattro bikers provenienti dal Veneto, protagonisti di una vera e propria competizione sulle strade cembrane.
Il ringraziamento alle forze dell’ordine è arrivato anche dal presidente della Provincia, Maurizio Fugatti. «Voglio ringraziare le forze dell’ordine che hanno identificato i bikers – scrive -. Abbiamo già abbassato i limiti di velocità da 50 a 70 chilometri orari per rendere più sicura la statale 612 e installato degli autovelox aggiuntivi nei Comuni di Giovo, Altavalle e Castello Molina di Fiemme. Le strade non sono delle piste e noi abbiamo il dovere di garantire il più possibile la sicurezza di chi viaggia sulle strade del Trentino».
Nel dettaglio, i quattro bikers – che sono ora stati identificati e denunciati – avevano dato il via a tutto pubblicando in rete un video dal titolo «andiamo a fare i criminali in Val di Cembra». Un filmato, questo, che riprendeva i motociclisti partiti dal Veneto nell’intento di darsi battaglia a suon di sorpasso per tutto il percorso della Val d’Adige sino a raggiungere Castello Molina di Fiemme. La ripresa, effettuata con una «action cam» installata sul casco di uno dei protagonisti, immortalava millimetrici sfiori alle vetture provenienti dal senso opposto, doppi e tripli sorpassi nei tornanti e velocità elevatissime nei centri abitati. Il video, sin dal primo momento, ha destato forte indignazione tra i residenti della Val di Cembra, toccati nell’animo ancora di più per via di un incidente che era costato la vita a giovani del posto.
La scomparsa di Patrick Amort (20 anni) e di Jozef Mohoric (49 anni), avvenuta nel settembre 2022 (Patrick era a bordo della sua panda, Mohoric invece della sua moto), aveva spinto il Comune di Altavalle ad organizzare un evento in cui parlare di sicurezza stradale. Un evento duro, in cui non erano mancati i momenti di riflessione come quelli di dolore, in cui però era emerso l’obiettivo di trovare delle soluzioni concrete a una piaga che, da anni, colpisce la Val di Cembra. Questa situazione, infatti, va avanti da molto tempo, come aveva denunciato nell’incontro la stessa popolazione, stanca di dover uscire di casa durante il fine settimana «con la paura dei motociclisti».
Tra le le proposte messe in campo dalle autorità (amministrazioni locali, pompieri e commissari di governo) in quel momento ci fu anche quella di istituire il limite dei 60 chilometri all’ora per le moto.
I quattro motociclisti, tuttavia, non si erano limitati a quanto sopra descritto. All’imbocco della galleria di Faver sulla strada statale 612 avevano realizzato un vero e proprio blocco stradale allo scopo di fermare i motociclisti provenienti da nord ed apprendere se vi fossero delle pattuglie in zona. A risposta negativa il gruppo veneto partiva nuovamente a velocità estreme, toccando quota 162 chilometri all’ora in galleria e, sulla retta di Portegnano (Comune di Altavalle), la moto del video maker aveva raggiunto addirittura la velocità di 236 chilometri all’ora.
Il video, rimosso dopo qualche giorno, non è però sfuggito ai carabinieri di Segonzano, che lo hanno inviato ai colleghi di Cavalese per ulteriori approfondimenti.
L’azione investigativa condotta dalla compagnia di Cavalese, si è dunque sviluppata attraverso l’analisi del filmato in questione integrata da specifiche attività tecniche ed altri accertamenti, che hanno consentito di identificare i quattro bikers e le loro rispettive condotte. L’insieme degli elementi ha portato alla contestazione, per tutti e quattro i motociclisti del gruppo, il realto di gareggiamento. Nello specifico questo reato è punito con la reclusione da sei mesi ad un anno e con la multa da 5000 euro fino a 20 mila euro, con la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente da uno a tre anni. Con la sentenza di condanna, inoltre, sarebbe prevista la confisca di tutti i veicoli a loro intestati e utilizzati per la «gara».