val di fiemme
domenica 3 Marzo, 2024
di Samanta Deflorian
Lorenzo Morandini ci apre le porte del suo «regno», come lo definisce lui, una sera di febbraio. Subito ci investe un forte odore di cirmolo che trasmette al cervello un’immediata idea di rilassamento e benessere. No, non ci troviamo in una spa, tema che peraltro conosce molto bene: Lorenzo infatti è falegname presso una ditta di Ziano di Fiemme che produce materiale e arredi per saune. Questa volta siamo nel suo garage, uno spazio piuttosto ridotto dove però la sua vena creativa si espande: qui Lorenzo scolpisce.
Questo inaspettato scultore ha 28 anni e da sempre abita a Lago di Tesero con i suoi genitori. Prima di iniziare a lavorare ha frequentato la scuola del legno a Tesero dove per un paio di settimane ha sperimentato un corso di scultura. Una piccola parentesi che non ha però acceso particolare interesse in lui. È da grande che capisce che scolpire e lavorare il legno sono la sua passione, il suo momento privato di relax e accantonamento dei pensieri. L’occasione per dare concretezza a questo desiderio sempre più impellente arriva in un periodo di ambivalenza: mesi di angoscia e incertezza per alcuni, momento di opportunità e riscoperta di sé per altri. Per Lorenzo il Covid è proprio il secondo caso: le settimane di sospensione obbligata dal lavoro, non tante per la verità, sono l’occasione per trovare il tempo di allestire il suo garage a laboratorio di scultura. E inizia così la sua carriera di scultore «per passione», come sottolinea più volte lui per schermirsi ed evidenziare che, a suo dire, «non è poi così bravo». Eppure i suoi lavori stupiscono; accanto a scarponi portavasi, alberelli decorativi, pigne che si trasformano in contenitori, si cimenta nella scultura di qualcosa che è prerogativa di pochi ed esperti scultori: terrificanti maschere di Krampus. «L’idea mi è venuta così, seguendo il mio istinto, e puramente per mio diletto. Cerco le idee studiando i lavori di altri scultori, “quelli bravi”, e rubacchio spunti qua e là». Tanti trucchetti sull’arte dell’intaglio glieli ha passati lo zio materno Eugenio Deflorian di Tesero, a sua volta scultore, a riprova del fatto che un po’ di talento ce l’ha senz’altro nel dna. Le sue prime maschere sono molto pesanti, poco funzionali ad essere indossate; qualcuna è rimasta incompiuta perché «la forma non mi soddisfava o perché i buchi degli occhi non erano centrati», ma prova dopo prova affina la tecnica e dai pezzi di tronchi di cirmolo che lavora, emergono opere sempre più proporzionate ed espressive.
La prima sgrezzatura viene fatta con la motosega ed è quella più delicata. «Se sbagli qui, comprometti tutto il risultato», spiega. Poi è tutto un lavoro manuale di scalpelli e sgorbie. Ogni pezzo è unico e si compone di tanti elementi che racimola qua e là. «Le corna possono essere di antilope, muflone, caprone, oppure finte in poliuretano. Questa ad esempio me l’ha portata il mio cane dal bosco, è un piccolo corno di camoscio. Per i “capelli” utilizzo pelli di capra e poi lascio spazio alla fantasia per i dettagli: treccine con inserti etnici, pezzi di catene, tappi di bottiglie come orecchini». Mentre Lorenzo scolpisce, non pensa più a nulla. «Qui sto bene e dopo lavoro ho proprio voglia di rifugiarmi nel mio laboratorio e scolpire per almeno un paio d’ore».
Accanto al lavoro di scultura vi è anche la parte di pittura con colori acrilici e aerografo che conferiscono espressività e realismo ai dettagli. Per completare una maschera da Krampus ci vogliono anche due mesi, ma non importa. Il lavoro è finalizzato alla soddisfazione personale dello scultore.
Chi lo conosce, sa che può farlo felice con poco. «Gli amici della mia compagnia, come me, amano il mondo del legno e delle motoseghe. Quando c’è occasione, mi mettono da parte pezzi di legno che poi mi regalano. Un collega dell’Abruzzo mi ha portato degli aculei di istrice che sono diventati “la cresta” di uno dei miei Krampus». Ed è sempre grazie alla spinta degli amici che quest’inverno si è lanciato in un’esperienza che ha lasciato il segno: ha partecipato ai mercatini di Natale di Tesero. «Io ero molto restio, perché sono piuttosto critico verso i miei lavori. Ho anche sperato che non ci fosse il posto per me nelle casette, invece il caso ha voluto che partecipassi. È stata una bellissima esperienza durante la quale il pubblico ha dimostrato curiosità e interesse verso le mie sculture, ho venduto qualche pezzo e ricevuto un paio di ordini su commissione».
Lorenzo è una persona molto umile, e non perde occasione di sottolineare come la sua, sia un’arte da autodidatta. E anche se ad ammirare quel che fa non si direbbe, questo è senz’altro il suo punto forte, il suo motore a studiare e migliorarsi sempre più.
L'INTERVISTA
di Anna Maria Eccli
Violoncellista, sposata con un principe africano, gira il mondo per lavoro. Nella città della Quercia ha deciso di comperare un rifugio dalla vita frenetica parigina. Proprio accanto alla residenza per cui i suoi avi si indebitarono