Tribunale

venerdì 10 Novembre, 2023

Val di Non, maltrattava e violentava la moglie: trentenne condannato a 12 anni

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I due, di origini moldave, si erano trasferiti in Trentino nel 2018. Ieri la decisione dei giudici

Dopo il matrimonio lasciano la loro terra d’origine, la Moldavia. Si trasferiscono in Trentino per voltare pagina e costruire una famiglia. Ma ben presto le mure di casa si trasformano in una cornice di violenza. La donna decide di denunciare i soprusi subiti. E ieri mattina, a due anni dall’inizio delle indagini dei carabinieri, il marito è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Trento a dodici anni di reclusione per violenza sessuale, maltrattamenti e lesioni.
Il matrimonio e poi il Trentino
I due si sono sposati in Moldavia. Poi nel 2018 — quando non avevano neanche trent’anni — sono arrivati in Trentino. Si sono trasferiti in Val di Non. E un anno dopo hanno un figlio.
I primi episodi di violenza
Subito dopo il matrimonio sono sorti già i primi problemi. Lui avrebbe cominciato a manifestare comportamenti violenti. Avrebbe iniziato anche a bere. Dentro casa l’atmosfera si è fatta sempre più tesa. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe picchiato più volte la moglie. Durante il processo sono stati sentiti anche diversi testimoni. Vicini di casa che avrebbero assistito ad episodi di violenza. Sul tavolo dei giudici sono finite anche le foto della donna con il volto segnato dai lividi e il certificato medico rilasciato dal pronto soccorso dopo l’ennesimo maltrattamento. L’uomo è stato accusato anche di violenza sessuale.
La decisione di denunciare
La donna ha sporto denuncia alla caserma dei carabinieri nel 2021. La decisione di raccontare tutto è scaturita quando il marito l’avrebbe picchiata davanti al figlio. Il piccolo non è stato toccato dal padre, ma avrebbe assistito alla scena.
Dopo la denuncia è scattata in automatico la procedura del Codice rosso. La donna è stata accolta in una casa rifugio per vittime di violenza insieme al figlio. Lui ha invece ricevuto la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla donna. La Procura di Trento ha fatto partire subito le indagini, condotte dai carabinieri della compagnia di Cles. Sono state appunto raccolte diverse testimonianze. I militari hanno cercato di ricostruire gli anni vissuti dentro, ma anche fuori le mura domestiche.
Il processo e la condanna
Poi è partito il processo, dove la donna si è affidata all’avvocata Cinzia di Lucia per la parte civile. Ieri mattina, infine, è arrivata la sentenza di primo grado. Il Tribunale di Trento, in composizione collegiale, ha condannato l’uomo a dodici anni di reclusione. I giudici hanno appurato anche il reato più grave, quello di violenza sessuale, oltre ai maltrattamenti in famiglia e alle lesioni.
La violenza di genere in cifre
Si tratta purtroppo solo dell’ennesimo caso di violenza contro le donne. L’Azienda provinciale per i servizi sanitari mette a disposizione un servizio psicologico nella fase in cui viene raccolta la testimonianza della donna vittima di violenza. È un servizio unico in Italia e che altre regioni vicine si apprestano a emulare. E fornisce, al tempo stesso, una fotografia estremamente precisa sul fenomeno della violenza contro le donne. I numeri in possesso dell’Azienda sanitaria vedono già 112 interventi nel primo semestre del 2023. L’anno scorso erano stati 114, ma in tutto l’anno. Attenzione, non tutti gli episodi di violenza di genere passano per il servizio dell’Apss. In Trentino si registrano in media 500 casi all’anno. Nel 2021 sono stati 641, tutte denunce che hanno portato a 40 custodie in carcere.