Valli

venerdì 28 Luglio, 2023

Val di Non, terremoto nella Comunità di Valle: la presidente Noletti prima delle dimissioni era stata sfiduciata da 14 sindaci

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Si era dimessa in settimana, dopo l'annuncio della candidatura con la Civica: il retroscena

Non si respira certo aria tranquilla nella Comunità della Val di Non. La notizia delle dimissioni di Michela Noletti da presidente (Il T del 27 luglio) dopo appena 10 mesi, ha alzato un polverone all’interno della stessa Comunità, soprattutto alla luce della lettera con cui, la stessa Noletti, ha annunciato la decisione di dimettersi a pochi giorni dalla sua candidatura con La Civica alle prossime elezioni provinciali. Il polverone è dovuto anche al fatto che, ora, la Comunità dovrà nominare entro 90 giorni un nuovo presidente oppure la Giunta provinciale procederà a scegliere un commissario. Attualmente, come previsto dalla legge, il presidente pro tempore è Ruggero Mucchi in quanto sindaco del Comune più grande della Val di Non, ovvero Cles. Un ruolo, però, che il primo cittadino di Cles non sembra intenzionato a voler tenere così stretto. Durante il consiglio dei sindaci – che è bene precisare si è svolto senza la presenza di Noletti e in un clima comunque sereno – , a precisa domanda di Samuel Valentini, sindaco di Ville d’Anaunia, sulla calendarizzazione dei prossimi impegni, Mucchi ha risposto: «Tenetevi pronti perché la scelta del nuovo presidente va fatta presto. Non ho intenzione di aspettare molto». Scelta comprensibile, soprattutto alla luce del fatto che, oltre a dover amministrare un Comune come Cles, Mucchi si è trovato, praticamente dal nulla, a ricoprire questo ruolo.

Tornando al tema centrale, ovvero quello delle dimissioni, è da sottolineare come l’annuncio di Noletti abbia anticipato la mozione di sfiducia firmata da 11 sindaci (a cui se ne sarebbero aggiunti almeno tre durante la votazione) e presentata, a detta degli stessi, proprio il giorno delle dimissioni. Una decisione, questa, come detto, presa in seguito alla candidatura di Noletti alle prossime provinciali con La Civica, cosa che, secondo questi amministratori, era stata esclusa al momento della sua elezione.

Nonostante la mozione di sfiducia programmata, però, i sindaci non si aspettavano le sue dimissioni e, soprattutto, non si aspettavano un comunicato come quello rilasciato martedì dall’ormai ex presidente. E sono state proprio le parole di Noletti a scatenare la risposta di Fattor, sindaco di Romeno e primo firmatario della mozione: «Come prendere sul serio una persona che dice una cosa e ne fa un’altra? Mi sento in dovere di intervenire, quale primo firmatario della mozione di sfiducia presentata nella stessa giornata delle dimissioni della presidente», esordisce così Fattor, che poi scorpora pezzo per pezzo la lettera della sindaca di Rumo. «Partirei dal “gruppetto di leader trasformisti” – prosegue Fattor -. Il cosiddetto gruppetto è costituito dalla maggioranza assoluta dei sindaci che hanno o firmato la mozione di sfiducia (11 su 23) o avrebbero dato il loro consenso in fase di votazione della mozione (almeno altri 3). Per cui si può affermare che quasi due terzi dei primi cittadini nonesi hanno avallato la sfiducia. Vogliamo definirlo gruppetto di facinorosi o vogliamo prendere atto della realtà? Di quale trasformismo stiamo parlando, prendendo atto che i sindaci firmatari appartengono a diversi pensieri politici». La risposta di Fattor, poi, si concentra sull’«opportunismo politico» a cui ha fatto riferimento Noletti: «Qua di opportunismo ne intuisco uno solo – aggiunge Fattor -: quello di farsi lustro nella carica di presidente della comunità, con relativa visibilità politica, da sfruttare alle prossime elezioni provinciali. Quale altro opportunismo potrebbe esserci, viceversa, da parte della maggioranza assoluta dei sindaci? Risulta decisamente sospetto che Noletti si dimetta proprio nel giorno in cui viene presentata la mozione di sfiducia nei suoi confronti. È per evitare un’ampia discussione in aula consiliare?».
In conclusione, prima di scusarsi «con voi (intesi i colleghi sindaci, ndr), e con me stesso, perché la mia dignità mi imporrebbe di essere chiamato per ben altre diatribe, di altro livello e non con attori di assoluta inconsistenza e completa assenza di dignità politica», Fattor sottolinea: «Il disprezzo e la demonizzazione dell’avversario? Beh, sicuramente il disprezzo per le bugie rimane totale e indiscutibile, ma di quale avversari sta parlando Noletti? La stragrande maggioranza dei sindaci firmatari non risulta sicuramente in gara per le elezioni provinciali, quindi: perché avversari?».
Insomma, un botta e risposta che, di certo, lascerà anche qualche strascico. Nel frattempo, però, la Comunità della Val di Non dovrà ripartire e, come ha detto proprio il presidente Mucchi, lo dovrà fare al più presto.