L'allarme
domenica 30 Marzo, 2025
Val di Sole. Valanga sul Vioz, grave una scialpinista vicentina, ferito anche un trentino
di Redazione
Il distacco, a 3500 metri di quota, ha coinvolto dieci persone, tre delle quali trascinate per circa 400 metri lungo il versante. I due portati all'ospedale di Trento in elicottero, il terzo ha avuto solo escoriazioni

Sono dieci le persone coinvolte dalla valanga che dopo le 11 di oggi, domenica 30 marzo, si è staccata a circa 3.500 metri in prossimità del rifugio Mantova sul monte Vioz, in val di Peio, versante Trentino del gruppo Cevedale-Ortles. Due di loro, un trentino di 53 anni e una veneta di 50, sono in gravi condizioni. Più preoccupanti quelle della donna che è in prognosi riservata all’ospedale Santa Chiara di Trento, dove è stata trasferita in elicottero. Trenta i giorni di prognosi per trentino il 53enne, anche lui ricoverato nell’ospedale del capoluogo. La valanga ha sorpreso più gruppi di scialpinisti.
Ad intervenire per l’emergenza due elicotteri, altrettante ambulanze, operatori del soccorso alpino, unità cinofile e vigili del fuoco.
L’impegnativo intervento dei soccorritori
Sono terminate alle 13.30 le operazioni di bonifica per la valanga caduta lungo la pala del Monte Vioz nel gruppo del Cevedale in val di Pejo. La valanga, a quanto riferiscono i soccorritori, si è staccata poco sotto la cima, a circa 3500 metri di quota e ha coinvolto due gruppi di scialpinisti ciascuno impegnati in salita, trascinando tre di loro per circa 400 metri lungo il versante che dà sulla val della Mite. Altre due persone sono state coinvolte ma non sono state trascinate.
L’allarme al Numero Unico per le Emergenze 112 è stato lanciato intorno alle 11.15 da parte di altri scialpinisti che dalla vetta hanno assistito al distacco. La Centrale Unica di Emergenza ha chiesto immediatamente l’intervento di due elicotteri.
Le persone coinvolte sono rimaste in superficie e non sono state interamente sepolte dalla valanga. Due di loro, un uomo e una donna residenti rispettivamente in Trentino e nel Vicentino, hanno riportato traumi mentre una terza delle escoriazioni. Gli altri sono rimasti illesi, ma avevano perso parte della loro attrezzatura.
Gli elicotteri hanno portato sul target tre operatori della stazione di Campiglio, quattro di quella di Pejo e tre unità cinofile. Pronti in piazzola si mettevano a disposizione, allertati, anche operatori delle stazioni di Vermiglio, Rabbi, val di Non, Alta val di Non del Soccorso Alpino e Speleologico Trentino. Si metteva a disposizione anche un elicottero da Sondrio. L’unità cinofila presente su un primo velivolo con i sanitari (medico e infermiere) si è portata sulla persona più a valle prestando le prime cure. Successivamente si è spostata sulla seconda persona ferita. L’unità cinofila nel frattempo eseguiva la bonifica Artva col cane.
Il recupero dei feriti
La prima persona ferita, una donna del 1974 residente a Valdagno, Vicenza, in gravi condizioni, veniva evacuata con il primo elicottero, la seconda persona ferita, un uomo del 1971 residente a Livo (Trento) veniva imbragata ed evacuata tramite verricello con il secondo elicottero, che lo ha portato inizialmente all’ospedale di Cles, dal quale è poi stato trasferito al Santa Chiara di Trento.
In supporto è intervenuto un terzo elicottero da lavoro che ha evacuato le rimanenti persone coinvolte, illese, che però avevano perso l’attrezzatura in valanga, depositandole a Pejo. Nel frattempo le persone ferite, una in gravi condizioni, venivano ricoverate all’ospedale Santa Chiara di Trento.
Sul posto erano presenti diversi altri scialpinisti, che sono stati bloccati da due tecnici di soccorso alpino che si trovavano sul posto. Si è deciso di far scendere tutti i presenti lungo il fronte della valanga, ritenendo i pendii attorno ancora potenzialmente pericolosi.
Le operazioni si sono concluse alle 13.30.
Foto Soccorso Alpino