il caso
giovedì 26 Gennaio, 2023
di Robert Tosin
Ci sono 46 osservazioni puntuali, una dopo l’altra, per chiarire anche alla Provincia (per l’ennesima volta, in verità) che Rovereto non vuole la Valdastico. Osservazioni tecniche, ma anche politiche che sono emerse da un confronto fra Commissione urbanistica e quella ambientale in seguito alla richiesta di pronunciamento sulla variante urbanistica provinciale che prevede, appunto, la Valdastico. Ora il documento approvato dalle due commissioni – con il voto contrario di Lega e Fratelli d’Italia, ma par di capire più per questioni di equilibri politici nel centrodestra che per valutazioni puntuali – dovrà passare in consiglio comunale, dove ci sarà spazio per una discussione forse più ampia e completa. Ma l’orientamento è ben chiaro: il collegamento con il vicentino è ritenuto un problema ambientale e anche un controsenso politico.
Sull’ambiente, i temi sono già noti da tempo. C’è da valutare la questione delle falde che sarebbero intercettate da un megatunnel, indipendentemente da dove parte e da dove arriva. E, soprattutto oggi con i gravi problemi idrici che sempre più territori registrano, compromettere le falde non sembrerebbe la cosa migliore da fare. In aggiunta si deve valutare anche il consumo di territorio che in Trentino ha già raggiunto livelli preoccupanti. C’è poi l’aspetto del traffico: in una Vallagarina già satura di vie di comunicazione e con un’autostrada sempre a un passo dal collasso, aumentare il numero dei mezzi di passaggio porta a nuove difficoltà nella mobilità generale. Per non parlare poi di smog, di sicurezza, eccetera.
E poi l’aspetto politico, quello delle strategie a medio e lungo periodo. Si sta avviando la stagione delle bretelle ferroviarie di Trento e Rovereto con lo scopo di rendere più fluido e capiente il transito su ferro. Si punta, insomma, al “corridoio verde” sull’asta dell’Adige, all’alta capacità, al trenino per la Busa da una parte, ma dall’altra si incentiva il trasporto su gomma con una nuova strada di grande impatto. Questo anche alle commissioni è parsa una contraddizione in termini e poiché la predilezione per la Vallagarina è quella di ridurre il traffico per puntare sulla rotaia e tutelare l’ambiente, il “no” alla Valdastuco si rafforza ancora di più.
Ma c’è un altro aspetto politico che ha spiazzato i consiglieri. Nella variazione al Piano provinciale vi è anche un articolo che prevede una netta distinzione di responsabilità nella scelta delle nuove arterie: ai territori sarebbe lasciata una valutazione di ambito, mentre le decisione più specifiche saranno appannaggio solo della Provincia. I commissari hanno preso la cosa come un esautoramento dei territori nelle scelte fondamentali: in buona sostanza gli enti locali possono pronunciarsi sulla necessità o meno di un collegamento stradale, ma il come farlo non sarà competenza loro. E questo potrebbe diventare norma di legge qualora la variante al Pup dovesse essere approvata. Anche su questo aspetto le commissioni hanno detto decisamente no, anche nella convinzione che i territori debbano essere protagonisti e responsabili delle proprie scelte, senza che queste vengano calate dall’alto.
Il documento con le 46 osservazioni approvate dalle due commissioni ora arriverà in consiglio comunale, dove saranno nuovamente affrontate le tematiche già più volte sviscerate, ma l’indicazione del voto finale pare abbastanza chiara: da Rovereto arriverà un altro no ufficiale alla Valdastico.