Ambiente
venerdì 6 Settembre, 2024
di Daniele Benfanti
Una controffensiva involontaria ma consapevole al devastante «overtourism» che ha infiammato l’estate 2024, pesando sui luoghi e accendendo i dibattiti mediatici. Quello che la Rete di Riserve del fiume Brenta ha messo in piedi da metà giugno scorso fino ai prossimi giorni è stato un programma di ventitré uscite sul territorio (venti già in archivio, le ultime tre da realizzare). «Si tratta di uscite che prevedono un massimo di 25 partecipanti e spesso abbiamo dovuto dire di no, per non creare un carico antropico eccessivo sui delicati habitat dei luoghi di visita» spiega il presidente della rete di Riserve del fiume Brenta, Enrico Galvan, che è anche sindaco di Borgo Valsugana e presidente della Comunità di Valle Bassa Valsugana e Tesino. «Non ci aspettavamo questo grande successo, crescente da quando la pandemia ci ha fatto riscoprire la bellezza dei luoghi sotto casa e l’interesse per la natura. In tanti si sono avvicinati alla fauna, alla flora, vogliono conoscere gli animali della zona, persino i pipistrelli, mostrano interesse per le colture antiche, per le tecniche poco invasive di agricoltura, vogliono informarsi sulle cause e le conseguenze dei cambiamenti climatici. Insomma, hanno riscoperto l’ambiente e vogliono conoscerlo direttamente». Ma anche la crisi economica, l’inflazione pesante, hanno fatto la loro parte: «È vero – prosegue il presidente Galvan –, in molti partecipanti ci dicono che così fanno escursioni e uscite in giornata, garantendosi una vacanza a chilometri zero che permette loro di conoscere meglio i luoghi vicino a casa, che hanno troppo a lungo ignorato. E spendendo nulla o davvero poco». Le escursioni e le uscite sono mediamente gratuite, salvo quando prevedano assaggi e degustazioni di prodotti tipici presso qualche produttore della Valsugana (ma si tratta sempre di cifre sotto i 10 euro). Va detto che la rete di Riserve del fiume Brenta copre entrambi i territori della Valsugana, dal Lago Pudro di Pergine fino al biotopo del Fontanazzo a Grigno, al confine con il Veneto. «I cittadini della Valsugana si sono subito affezionati e fidelizzati: dopo la prima esperienza ritornano» aggiunge il coordinatore della Rete, Giancarlo Orsingher. Ad attirare molto è anche il coinvolgimento partecipato: «Molte persone amano la scienza dei cittadini, la citizen science: per i pipistrelli, ad esempio, abbiamo fatto diverse uscite e in tanti si sono proposti per il monitoraggio». Per Orsingher il merito di tanto interesse è anche, naturalmente, della bravura degli accompagnatori: «Sandro Zanghellini di Albatros, Elisa Travaglia e Paolo Piffer della Campirlota, non riuscendo a citare tutti». La Rete di riserve del fiume Brenta in questa estate ha collaborato con il Muse, il Wwf, l’Ecomuseo Lagorai e altri enti territoriali.
«Con l’Officina delle nuvole – prosegue Orsingher – abbiamo realizzato due appuntamenti seguitissimi con l’escape forest, una escape room trasferita nel bosco in Valtrigona e ad Alberè: è piaciuta tantissimo». Tra le uscite di maggior successo di queste ultime settimane, quelle in cui scoprire come il cardo si chiude in presenza di umidità, la conoscenza delle caratteristiche della pianta del gelso, il piacevole incontro con un toporagno alpino dall’aspetto addormentato, la scoperta di dolomie con segni fossili che sembrano due occhi, la scoperta delle tecniche con cui il picchio rosso estrae i semi dalle pigne, l’incontro con due aquile. Natura e conoscenza a chilometro zero, senza stress.