Mobilità

sabato 15 Febbraio, 2025

Valsugana, stop dei treni. Disagi per gli studenti: uno su tre si serve della linea

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Bus sostitutivi dal 22 febbraio. Fabio Rinaldi del consiglio studentesco: «Vanno bene i lavori ma per il futuro ci aspettiamo anche il potenziamento dei collegamenti diretti da Trento e Bassano»

Quasi uno studente su tre prende il treno della Valsugana. Ma ora con la chiusura della linea ferroviaria si alza la loro preoccupazione e sottolineano già le criticità della mobilità tra Trento e Bassano del Grappa. Nel mirino ci sono i treni. «Troppo lenti e frequentemente in ritardo». Lo dice il delegato ai trasporti del consiglio studentesco, Fabio Rinaldi.

 

Mobilità che cambia

Con i lavori di elettrificazione della linea Trento-Borgo Est come cambieranno i flussi di mobilità? I treni saranno fermi e circoleranno i bus sostitutivi. Sulla statale della Valsugana mediamente transitano 45.300 veicoli al giorno e se si aggiunge il passaggio dei pullman e qualche pendolare che sceglierà di prendere l’auto privata piuttosto che l’autobus ci sarà un aumento di circa mille mezzi in più sulla strada. E a fronte di questa mobilità che cambia, nasce naturale anche una riflessione sull’impatto ecologico. «C’è l’esigenza di costruire un sistema di trasporto pubblico su misura, in modo da contribuire a ridurre l’impatto ambientale, diminuendo l’inquinamento e la congestione stradale nelle zone a maggior traffico — spiega Rinaldi — Tra le altre cose un trasporto pubblico efficiente agevola noi pendolari».

 

Il flusso degli studenti

Il 27% degli studenti usa il treno della Valsugana. All’interno della linea le destinazioni principali sono Trento, Pergine e Borgo. In particolare, Trento, e nello specifico la zona Povo-Mesiano rappresenta il principale punto di arrivo per gli universitari, mentre Pergine e Borgo accolgono studenti delle scuole superiori. Lo riporta l’indagine «Prossima fermata» fatta dal Consiglio studentesco dell’Università di Trento, in collaborazione con le scuole superiori, Comunità di valle, diversi Comuni territoriali e la Provincia. Un progetto nato per mappare i flussi di mobilità studentesca. «Il focus del progetto è quello di migliorare il trasporto pubblico — spiega— Individuare i punti critici o le opportunità di miglioramento per una mobilità efficiente e adatta con un occhio al rispetto naturale».

 

Impatto ambientale

«Facilitare gli spostamenti significa rendere il territorio più accessibile e promuovere la sostenibilità ambientale. Utile la riduzione dell’uso dei mezzi di trasporto privati — riflette Rinaldi — Ma con la linea ferroviaria chiusa dobbiamo pensare anche a un aumento di traffico». Scegliere di spostarsi in treno, di fatto, permette di ridurre gli ingorghi stradali e di abbattere l’inquinamento ma i treni tra Trento e Borgo nei prossimi dieci mesi saranno fermi. «E sarà un problema per noi studenti fuori sede — dice — una situazione che avrà anche un certo impatto ecologico. Anche se siamo consapevoli che elettrificare la linea significa pensare alla sostenibilità a lungo termine». Al posto dei treni ci saranno i bus sostitutivi che, però, in alcuni giorni della settimana potrebbero essere sovraffollati da studenti. Secondo l’indagine, la giornata del venerdì evidenzia un marcato picco di utenti sulla tratta da Trento a Bassano: in particolare, nella stazione di Povo-Mesiano che accoglie universitari e pendolari giornalieri. Nella giornata di mercoledì, invece, si osserva una riduzione del 73% dei transiti rispetto al venerdì. Inoltre, circa la metà degli studenti che transitano per Povo proseguono fino a Bassano. Giovedì è una giornata intermedia, in cui 35 utenti transitano per Povo-Mesiano, ma il numero si riduce a 17 il mercoledì, con un calo del 51%. Numeri che denotano la grande centralità della Ferrovia della Valsugana per la mobilità studentesca e pendolare, in particolare per il collegamento tra Trentino e Veneto. Insomma, la linea rappresenta una risorsa del territorio.
«Due ore e un quarto»
«Vediamo positivamente il lavoro dell’elettrificazione della linea: sono interventi fatti in ottica sostenibile. Ma al contempo questo non deve creare eccessivi disagi — afferma Rinaldi — Già è sotto gli occhi di tutti che è una linea lentissima e paradossalmente è più veloce andare in auto, quindi figuriamoci adesso con i bus sostitutivi cosa accadrà. Il Treno attualmente impiega due ore e un quarto. Gli orari dei bus sostitutivi dipenderanno dal traffico». Sempre dall’indagine emergono le difficoltà di spostamento per i pendolari provenienti dalle valli trentine, che lamentano la scarsa frequenza delle corse extraurbane e dei treni. «La ferrovia va migliorata. C’è una predominanza del trasporto pubblico come mezzo principale per gli spostamenti di studentesse e studenti in Trentino. Quindi, vanno bene i lavori ma per il futuro ci aspettiamo anche il potenziamento dei collegamenti diretti da Trento e Bassano», conclude Rinaldi.