Mobilità
sabato 15 Febbraio, 2025
di Patrizia Rapposelli
Quasi uno studente su tre prende il treno della Valsugana. Ma ora con la chiusura della linea ferroviaria si alza la loro preoccupazione e sottolineano già le criticità della mobilità tra Trento e Bassano del Grappa. Nel mirino ci sono i treni. «Troppo lenti e frequentemente in ritardo». Lo dice il delegato ai trasporti del consiglio studentesco, Fabio Rinaldi.
Mobilità che cambia
Con i lavori di elettrificazione della linea Trento-Borgo Est come cambieranno i flussi di mobilità? I treni saranno fermi e circoleranno i bus sostitutivi. Sulla statale della Valsugana mediamente transitano 45.300 veicoli al giorno e se si aggiunge il passaggio dei pullman e qualche pendolare che sceglierà di prendere l’auto privata piuttosto che l’autobus ci sarà un aumento di circa mille mezzi in più sulla strada. E a fronte di questa mobilità che cambia, nasce naturale anche una riflessione sull’impatto ecologico. «C’è l’esigenza di costruire un sistema di trasporto pubblico su misura, in modo da contribuire a ridurre l’impatto ambientale, diminuendo l’inquinamento e la congestione stradale nelle zone a maggior traffico — spiega Rinaldi — Tra le altre cose un trasporto pubblico efficiente agevola noi pendolari».
Il flusso degli studenti
Il 27% degli studenti usa il treno della Valsugana. All’interno della linea le destinazioni principali sono Trento, Pergine e Borgo. In particolare, Trento, e nello specifico la zona Povo-Mesiano rappresenta il principale punto di arrivo per gli universitari, mentre Pergine e Borgo accolgono studenti delle scuole superiori. Lo riporta l’indagine «Prossima fermata» fatta dal Consiglio studentesco dell’Università di Trento, in collaborazione con le scuole superiori, Comunità di valle, diversi Comuni territoriali e la Provincia. Un progetto nato per mappare i flussi di mobilità studentesca. «Il focus del progetto è quello di migliorare il trasporto pubblico — spiega— Individuare i punti critici o le opportunità di miglioramento per una mobilità efficiente e adatta con un occhio al rispetto naturale».
Impatto ambientale
«Facilitare gli spostamenti significa rendere il territorio più accessibile e promuovere la sostenibilità ambientale. Utile la riduzione dell’uso dei mezzi di trasporto privati — riflette Rinaldi — Ma con la linea ferroviaria chiusa dobbiamo pensare anche a un aumento di traffico». Scegliere di spostarsi in treno, di fatto, permette di ridurre gli ingorghi stradali e di abbattere l’inquinamento ma i treni tra Trento e Borgo nei prossimi dieci mesi saranno fermi. «E sarà un problema per noi studenti fuori sede — dice — una situazione che avrà anche un certo impatto ecologico. Anche se siamo consapevoli che elettrificare la linea significa pensare alla sostenibilità a lungo termine». Al posto dei treni ci saranno i bus sostitutivi che, però, in alcuni giorni della settimana potrebbero essere sovraffollati da studenti. Secondo l’indagine, la giornata del venerdì evidenzia un marcato picco di utenti sulla tratta da Trento a Bassano: in particolare, nella stazione di Povo-Mesiano che accoglie universitari e pendolari giornalieri. Nella giornata di mercoledì, invece, si osserva una riduzione del 73% dei transiti rispetto al venerdì. Inoltre, circa la metà degli studenti che transitano per Povo proseguono fino a Bassano. Giovedì è una giornata intermedia, in cui 35 utenti transitano per Povo-Mesiano, ma il numero si riduce a 17 il mercoledì, con un calo del 51%. Numeri che denotano la grande centralità della Ferrovia della Valsugana per la mobilità studentesca e pendolare, in particolare per il collegamento tra Trentino e Veneto. Insomma, la linea rappresenta una risorsa del territorio.
«Due ore e un quarto»
«Vediamo positivamente il lavoro dell’elettrificazione della linea: sono interventi fatti in ottica sostenibile. Ma al contempo questo non deve creare eccessivi disagi — afferma Rinaldi — Già è sotto gli occhi di tutti che è una linea lentissima e paradossalmente è più veloce andare in auto, quindi figuriamoci adesso con i bus sostitutivi cosa accadrà. Il Treno attualmente impiega due ore e un quarto. Gli orari dei bus sostitutivi dipenderanno dal traffico». Sempre dall’indagine emergono le difficoltà di spostamento per i pendolari provenienti dalle valli trentine, che lamentano la scarsa frequenza delle corse extraurbane e dei treni. «La ferrovia va migliorata. C’è una predominanza del trasporto pubblico come mezzo principale per gli spostamenti di studentesse e studenti in Trentino. Quindi, vanno bene i lavori ma per il futuro ci aspettiamo anche il potenziamento dei collegamenti diretti da Trento e Bassano», conclude Rinaldi.
Iniziativa
di Redazione
Sabato 22 marzo il Dipartimento Protezione civile, foreste e fauna organizza un seminario curioso sui temporali a Marco di Rovereto. L'evento è aperto a tutti e rivolto agli appartenenti al Sistema di Protezione civile del Trentino