Riva
sabato 17 Giugno, 2023
di Chiara Turrini
Una lettera, indirizzata al presidente della Provincia Maurizio Fugatti e agli uffici, a firma di circa 300 cittadini, per chiedere di tornare alla viabilità precedente alle modifiche, al doppio senso, «in attesa delle opere strutturali richieste». Torna ad essere argomento di cronaca la viabilità nella frazione di Varone, un anno dopo la prima riunione a cui prese parte l’allora assessore competente Luca Grazioli, durante la quale fu pronunciata la frase «tanto abbiamo già deciso» e che diede il via a un anno di assemblee, petizioni e polemiche (l’assessore Grazioli nel frattempo ha rimesso la delega alla viabilità, tornata in capo alla sindaca Cristina Santi). Il tutto senza però ottenere l’agognato ritorno al vecchio doppio senso, invocato non solo dai cittadini ma anche dalle amministrazioni dei comuni confinanti, Arco e Tenno. «Ecco quindi che abbiamo scritto una lettera al presidente Fugatti – spiega la prima firmataria della petizione Loredana Mascaro – e abbiamo allegato circa 300 firme tutte regolarmente depositate. Hanno firmato non solo i residenti di Varone ma anche di Tenno e Arco».
I cittadini, ricordando che l’arteria stradale in questione – via Venezia – è di diretta competenza provinciale, chiedono dunque a Fugatti di intervenire «al fine di riportare la nostra frazione alla serena vivibilità che si è stata tolta senza alcuna ragione. Si sente sempre più spesso parlare di mobilità sostenibile, di inquinamento, di incidenti per eccessivo traffico e difficoltà dei residenti nelle località turistiche – continua la lettera – ebbene possiamo affermare che le modifiche imposte sulla nostra pelle dalla caparbia e ottusa volontà politica di questa amministrazione comunale siano state partorite proprio per confermare e dimostrare l’esistenza di tutte queste difficoltà elencate. Non è certo per la sicurezza dei pedoni che tutto questo è stato introdotto». Il Comune avrebbe reso la frazione, secondo il comitato, «oggetto di continua sperimentazione viabilistica, che ci ha gettati letteralmente nel caos». Nel testo vengono ricapitolati i disagi che la popolazione sarebbe costretta a sopportare. Tra questi ci sono anche la penalizzazione delle attività commerciali di Varone, attività che sono fondamentali per tenere in vita il tessuto economico e sociale della frazione rivana al confine tra Arco e Tenno.
La lettera si rivolge direttamente a Fugatti: «Caro presidente, comprendiamo ci siano questioni più importanti, ma anche in considerazione del fatto che le elezioni provinciali si avvicinano, riteniamo che Riva del Garda e soprattutto la nostra frazione meritino un pizzico di attenzione in più da parte sua, magari investendo qualche soldino in più, in nome della tanto sbandierata sicurezza che oggi, contrariamente a quanto affermato dalla sindaca Santi, a nostro avviso è drammaticamente peggiorata». I cittadini invocano l’attenzione e l’azione del presidente Fugatti anche sul fronte economico, visto che, fanno notare, «in meno di due anni le valli Giudicarie e Rendena si sono viste assegnare 240 milioni di euro in opere stradali». Varone invece chiede da tempo l’ampliamento di via Venezia, il completamento della ciclabile lungo via Nuova, gli svincoli e i marciapiedi. Ora si attende una risposta dalla Provincia. «Di recente sono stata contattata dall’ingegner Bolego, della Provincia, che mi ha detto di portare pazienza, e anche il vicepresidente Mario Tonina mi disse che si sarebbe interfacciato con l’amministrazione e ora sto aspettando il riscontro di questa promessa» spiega Mascaro, che non ha mai smesso di diffondere aggiornamenti sulla viabilità di Varone, soprattutto nei primi, difficili giorni di modifiche e confusione, di quella che nella lettera viene definita «ostinata e sterile sperimentazione che sappiamo già essere fallimentare». La vicenda della viabilità di Varone si arricchisce di un nuovo capitolo, e non finisce qui.
opere
di Redazione
Pronti a partire i lavori a fianco delle gallerie delle Limniadi e a quello dei Titani. Il presidente Fugatti: «Massimo impegno sulla sicurezza. Accolte le modifiche progettuali per migliorare la compatibilità con il paesaggio»