il caso
mercoledì 12 Marzo, 2025
Varone, vernice sulle pareti e scritte sulla lavagna: vandali devastano la scuola. Pulita dagli alunni
di Leonardo Omezzolli
Hanno aspettato le vacanze di carnevale per entrare nell’edificio e mettere a soqquadro un’intera aula gettando tutto a terra. Vicari: «Queste pareti sono la nostra voglia di bellezza»

Ennesimo atto di vandalismo all’interno della scuola primaria G. Fedrigoni di Varone dell’Istituto comprensivo Riva due. Ennesimo, perché il plesso è stato più volte oggetto di incursioni, disordini e spaccate. Ben 5. Un numero elevato che desta preoccupazione, non tanto per i danni, (comunque non secondari) quanto per lo scollamento tra due realtà di giovani. Da un lato chi vandalizza, dall’altro, come in quest’ultimo caso, chi si arma di buona lena e decide di aiutare gli adulti a ripulire e riordinare la propria aula, quello spazio fisico che racchiude il tempo dello studio e della propria crescita formativa. Quello spazio che è una seconda casa che, a piccoli passi, li sta portando verso «il mondo dei grandi». Il gruppo di vandali, questa volta ha atteso le vacanze di Carnevale per entrare nell’edificio e beffeggiarsi degli alunni, dei maestri e delle maestre oltre che del personale dirigente e dei collaboratori scolastici. Sulla lavagna hanno vergato col gesso l’affronto «Siamo tornati» quasi a dichiarare apertamente che, qualsiasi cosa la scuola faccia, loro sono più forti. Ma è una forza bruta inefficace, perché al caos, alle pareti imbrattate, agli oggetti distrutti hanno risposto gli alunni del plesso di Varone, i quali, non vi hanno pensato due volte, e senza indugio alcuno si sono messi a pulire. «Tutto loro – ha ammesso la maestra e coordinatrice Antonella Vicari – Pareti a parte hanno pulito e riordinato tutto loro». Lo sconforto per l’amara scoperta ha portato Vicari ad una fine riflessione indirizzata proprio ai giovani vandali «Posso chiedermi fino a che punto si può voler distruggere la bellezza, la speranza, il senso di una comunità e il luogo dove tanti bambini passano il tempo a creare e sperimentare? Fino a che punto si può pensare che siano solo dispetti? – scrive la maestra -Fino a che punto non si può nemmeno pensare che imbrattando tutta un’aula amata da bambini e insegnanti di tutta la scuola… faccio loro del male? Fino a che punto non sono a conoscenza che sto rovinando e sto facendo pagare tasse in più a tutti i cittadini del comune magari pure ai miei genitori? Quello che avete sporcato, non sono semplici pareti, semplici muri, semplici arredi… sono la nostra casa, il nostro impegno e la nostra voglia di bellezza. Te la puoi prendere con una scuola? Perché? Forse non ne conosci ancora il valore. Forse fai le cose con leggerezza senza usare la testa. Forse non ti importa del mondo che è anche tuo. Forse non hai altro da fare per provare qualche emozione? Guardati intorno. Il mondo ha bisogno anche di te. Per aiutare non per distruggere però. Mi viene in mente che forse non hai ricevuto abbastanza amore. E come dice Lucio Corsi in “Volevo essere un duro” …”Quanto è duro il mondo per quelli normali. Che hanno poco amore intorno o troppo sole negli occhiali” Ecco: togliti gli occhiali e guardati bene allo specchio. Riesci a sostenere il tuo stesso sguardo? E… Se tutti sapessero chi sei… come ti guarderebbero? E nel tutti c’é anche e soprattutto chi ti vuole bene. Sai che delusione? Pensa bene. Pensa a fondo. Smetti la strada che hai imboccato. Oppure se hai letto e sai qualcosa… parla e racconta la verità. Oggi i nostri bambini si sono offerti tutti di dare una mano a pulire. I bambini sono veri. Tu e i tuoi amici forse un po’ fasulli siete».
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