Soldi e politica
lunedì 31 Marzo, 2025
Ventimila euro di arretrati ai consiglieri provinciali, appello di Trentino Solidale: «Una rinuncia aiuta 200 poveri»
di Francesco Terreri
Giorgio Casagranda (Trentino Solidale) e Massimo Komaz (Villa Sant'Ignazio) sulla restituzione degli arretrati dell'indennità. «Se qualcuno di loro donasse sarebbe cosa gradita»

«Nessun consigliere è obbligato a farlo, ma devolvere gli arretrati alla solidarietà sarebbe un bel gesto tenuto conto di quanto bisogno c’è in questo momento, delle difficoltà delle famiglie, gente che non riesce a pagare l’affitto o la bolletta». Giorgio Casagranda è il presidente di Trentino Solidale, l’organizzazione di volontariato che aiuta 2.500 famiglie con circa 7.500 persone, per metà trentini, per metà stranieri, oltre che gestire dormitori per centinaia di persone senza tetto.
Sa bene che nessuno obbliga i consiglieri provinciali a rinunciare agli aumenti arretrati dell’indennità – 17mila euro netti, 20mila lordi – e tanto meno agli aumenti scattati a gennaio. «Hanno chiesto il parere alla Corte dei Conti. C’è una sentenza della Corte Costituzionale sulla Sardegna. Ma la legge per ora è questa» ricorda. Almeno le donazioni volontarie però sarebbero già un aiuto alle famiglie in difficoltà. «Gli aumenti si commentano da sè – aggiunge Massimo Komaz, coordinatore generale di Villa Sant’Ignazio – anche se dobbiamo sempre ricordare che pagare chi fa politica permette di farla anche a chi non potrebbe».
Villa Sant’Ignazio è capofila del Tavolo della solidarietà che gestisce il Fondo di solidarietà: 100mila euro nel 2024 che hanno aiutato 250 persone. L’innovativa iniziativa che vede la distribuzione a famiglie povere di buoni spesa per il Mercato contadino ha raggiunto alcune decine di nuclei ed è costata finora 12mila euro. Gli arretrati di un solo consigliere consentirebbero di aiutare altre 50 famiglie, 200 persone circa.
«Se qualche consigliere provinciale decide di devolvere gli aumenti, non può che essere una cosa gradita – dice Casagranda – In questo momento aiutiamo poco meno di 2.500 famiglie, che con una media di tre persone a famiglia fanno quasi 7.500 persone. La metà circa sono trentini e italiani, l’altra metà stranieri. A partire dal dopo pandemia, con gli aumenti delle bollette si sono trovate in difficoltà anche famiglie con persone che lavorano, che hanno uno stipendio. Ceto medio che si è impoverito. E ci sono anche tante persone sole con la pensione minima. Da qui un aumento della richiesta di sostegno, come certificato dall’Istat e confermato dalla Caritas».
Casagranda ricorda anche la nuova iniziativa «La solidarietà va al mercato»: buoni spesa per famiglie in difficoltà, da utilizzare al Mercato contadino. La coordina Villa Sant’Ignazio per conto del Tavolo della solidarietà. «Utilizziamo una parte del Fondo di solidarietà, che negli ultimi anni è arrivato alla somma di 100mila euro – spiega Komaz – I buoni vengono dati tramite i servizi sociali a famiglie in stato di bisogno. Sono buoni da spendere nel Mercato contadino per acquistare frutta, verdura, miele, formaggi. I contadini riconoscono uno sconto ulteriore. è una importante triangolazione con i produttori, locali e biologici, oltre che un’iniziativa di beneficenza. Sono stati destinati a questo scopo 12mila euro per buoni da 5 euro dati ad alcune decine di famiglie. Il Fondo di solidarietà nel complesso ha sostenuto circa 250 persone. Ma ci sarebbe bisogno di altre risorse per ampliare questi sostegni».
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