L'indagine
giovedì 7 Dicembre, 2023
di Ambra Visentin
Secondo la Procura della Repubblica, la discarica di Stavel, a Vermiglio, sarebbe stata aperta senza rispettare le norme in materia di rifiuti e sarebbe stata gestita irregolarmente.
Con queste ipotesi di reato la Procura di Trento ha iscritto nel Registro degli indagati i quattro sindaci di Vermiglio che si sono susseguiti dal 2003 ad oggi: Carlo Daldoss (1995-2010), Denis Bertolini (2010-2014), Anna Panizza (2014-2020) e Michele Bertolini (in carica dal 2020). Sotto indagine anche il responsabile tecnico della discarica. A due anni dal sequestro di un primo lotto, nel 2021, il titolare dell’inchiesta il Pubblico ministero Davide Ognibene ha chiesto e ottenuto dal Giudice per le indagini preliminari (Gip) Enrico Borrelli il sequestro preliminare del secondo lotto, eseguito dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Trento (Noe).
L’inizio delle indagini
Sin dall’apertura del suo primo lotto, risalente al 2003, la discarica di Stavel ha operato in difformità dalle normative di settore.
Il primo fascicolo è stato aperto dal Pm Ognibene già nel 2021, quando i carabinieri di Vermiglio, rilevando una serie di difformità nel conferimento dei rifiuti avevano richiesto l’intervento specialistico dei colleghi del Noe di Trento. Dal sopralluogo dei militari, che hanno operato con il supporto del Nucleo investigativo dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (Appa), era emerso che la discarica operava senza adottare le previste procedure di verifica e controllo dei rifiuti in ingresso ed era stata rilevata la presenza di rifiuti non conformi, nonché la mancata compilazione della prevista documentazione ambientale. Le indagini sono quindi state indirizzate a verificare il rispetto delle procedure tecnico-amministrative attraverso le quali nel 2003 era stata aperta la discarica.
Il sequestro della discarica
Nel corso di questi due anni, durante i quali la discarica ha cessato ogni attività, i militari hanno fatto un lavoro certosino e articolato, acquisendo documentazione tecnico-amministrativa dal Comune e da parte di chi ha effettuato dei lavori sul sito. Hanno, inoltre, raccolto informazione sui conferimenti effettuati durante il ciclo di vita dello stesso. Il materiale è stato quindi sottoposto alla Procura e il Pm Davide Ognibene ha chiesto il sequestro preventivo del secondo lotto.
Cosa viene contestato
Dagli accertamenti è emerso che l’intera discarica è stata realizzata e gestita in difformità da quanto previsto dalle norme di settore, sia nella fase di realizzazione, che in quella di coltivazione e chiusura. Secondo la documentazione, non ci sono stati controlli sui rifiuti all’ingresso, sulla coltivazione, né la raccolta di percolati (i liquidi originati dall’infiltrazione di acqua nella massa dei rifiuti e dalla loro decomposizione) prevista per legge. Inoltre, l’area del sito non è stata delimitata, tanto da comprendere una parte di terreno destinata al pascolo.
Nel registro degli indagati
La Procura ha iscritto nel Registro degli indagati i quattro sindaci che hanno ricoperto la carica dal 2003 ad oggi e il responsabile tecnico
del sito. Gli indagati, destinatari della misura cautelare reale, sono ovviamente indiziati di reato e la loro posizione sarà definitivamente vagliata giudizialmente.