bypass ferroviario
sabato 12 Agosto, 2023
di Francesco Terreri
Nel vertice di ieri tra Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), Italferr e Appa, l’Agenzia provinciale per l’ambiente, il piano di indagine ambientale presentato da Rfi sull’area del cantiere del bypass ferroviario sequestrata dalla Procura è stato completato e arricchito dalle prescrizioni di Appa e quindi condiviso dagli enti. Ma l’analisi degli inquinanti e la bonifica dei 9.000 metri quadri tra l’ex Scalo Filzi e il Sito di interesse nazionale (Sin) di Trento nord non basteranno. «L’incontro di oggi (ieri ndr) va nella direzione che abbiamo auspicato qualche giorno fa nella riunione in Comune con la commissaria dell’opera Paola Firmi e l’amministrazione comunale – afferma il vicepresidente della Provincia Mario Tonina – Prima di tutto garantire più comunicazione, e comunicazione chiara, sull’opera. Poi, allargare le aree interessate dalla bonifica, anche perché abbiamo a disposizione i 2 milioni di euro ottenuti dalle deputate trentine che possono essere utilizzati non solo per le analisi sotto l’attuale ferrovia. La commissaria Firmi si era detta d’accordo. L’opera deve essere l’occasione per avviare la bonifica delle aree inquinate ex Sloi ed ex Carbochimica, superando le resistenze che vengono dai privati proprietari dei terreni. Preliminarmente ai lavori, deve essere operata l’analisi e la bonifica di un’area molto più vasta, che comprende l’ex Scalo Filzi e le zone limitrofe».
Di fronte quindi alle verifiche sull’estensione dell’inquinamento oltre le aree del Sin, emerse in più occasioni e all’origine dell’intervento della magistratura, e di fronte alle crescenti preoccupazioni e allarmi dei cittadini, Provincia e Comune si muovono in sintonia per pressare Rfi ad allargare il lavoro di analisi e di bonifica molto oltre i confini originari.
Nell’incontro di ieri tra Rfi, Italferr e Appa, che rappresenta un primo momento di confronto tecnico nell’ambito del percorso avviato, il confronto ha permesso di definire il piano di indagine ambientale relativo all’area sottoposta a sequestro da parte della Procura della Repubblica, che deve essere concordato con l’Appa ai sensi dell’articolo 242 ter del Codice dell’ambiente. Il Piano di indagine preliminare serve per stabilire l’estensione e l’entità dell’inquinamento rilevato nel corso delle analisi preliminari e definire successivamente gli eventuali presidi di carattere ambientale e sanitario per la realizzazione dell’opera, che dovranno essere approvati dall’amministrazione comunale. Sono stati definiti inoltre gli interventi di caratterizzazione ambientale preventiva con riferimento agli ulteriori tratti dell’opera nell’ambito dello scalo Filzi e le modalità di attuazione degli interventi nelle aree che interessano i Sin, previsti dal provvedimento nazionale di Valutazione di impatto ambientale.
«Per chi ha seguito con attenzione questa complicata vicenda – commenta Tonina – è noto che si tratta di un problema che ha diverse sfaccettature. L’incontro risulta coerente con il mantenimento degli impegni presi qualche giorno fa, quando nella sede del Comune di Trento ci siamo confrontati assieme a Rfi, alla commissaria Firmi, Appa e all’amministrazione comunale arrivando a condividere questo percorso. Una collaborazione funzionale all’obiettivo di approfittare dei lavori della circonvallazione, che hanno lambito i terreni ex Sloi e Carbochimica, classificati come Sin proprio per le criticità ambientali che presentano, utilizzando i finanziamenti messi a disposizione dallo Stato grazie all’emendamento Ferrari-Cattoi per andare a risolvere anche il problema annoso delle aree inquinate del capoluogo. È un impegno che ci siamo assunti e che dovrà essere portato avanti anche nel corso della prossima legislatura, chiunque vada al governo a ottobre».