Il caso
mercoledì 25 Ottobre, 2023
di Benedetta Centin
Vive e studia a Trento, alla Facoltà di Lingue, Michelle Pellegrinelli, la studentessa di 21 anni finita suo malgrado al centro delle polemiche dopo che, in una cena di gala alla Gran Guardia di Verona, in piazza Bra, davanti all’Arena, in occasione della festa dei 75 anni del Consorzio Zai, ha indossato una gonna a cerchio con un supporto rigido in cui appoggiare i calici di champagne e le portate. Alla pari di un tavolo. Un’immagine che ha stizzito e scandalizzato alcuni degli invitati, che erano imprenditori, politici e amministratori. Tra questi c’erano il sindaco di Verona Damiano Tommasi e la vicesindaca Barbara Bissoli, indignata per come erano state vestite le due hostess (con la trentina c’era anche un’altra ragazza con la stessa gonna). Di fatto delle «ragazze tavolino». Il dito è stato puntato contro gli organizzatori, accusati di sessismo e di oggettivizzare le donne. Ma la studentessa universitaria di Trento respinge le contestazioni, cercando di smorzare le polemiche.
«Sono un’artista»
«Non mi sono sentita oggettificata, né mercificata e neppure sfruttata. Ho solo espresso la mia arte, in quel contesto. Insomma, ho lavorato normalmente, come faccio sempre. Altrimenti mi sarei rifiutata» ha chiarito la 21enne a «Repubblica», spiegando di essere stata ingaggiata come artista e non come cameriera, lei che già lavora come hostess nelle fiere e che è chiamata come modella da una nota agenzia per esibirsi sui palchi dei top club italiani. Lavori grazie ai quali, ammette lei, si paga gli studi. Sulla serata a Verona fa sapere: «Ho guadagnato 150 euro in un’ora, sicuramente molto più di una cameriera. È una cifra elevata per ciò che si fa poi nel concreto. C’è molto lavoro di preparazione ma poi il turno è semplice e poco faticoso» ha riferito ancora, intervistata.
«Nessuna mercificazione»
Quanto al lavoro che le spettava per la serata in Veneto ha chiarito: «Dovevo vestirmi con questo abito a forma di tavolo, il mio compito era ricevere gli invitati, presenziare, servire bicchieri. Le persone si avvicinavano e io porgevo loro il calice». Pellegrinelli non ci ha trovato nulla di male. Non si è sentita mortificata per questo. Così come ha dichiarato lei stessa al quotidiano: «Io credo che non ci sia nulla per cui indignarsi, i problemi sulla mercificazione sono altri. Sono consapevole di quello che faccio e non mi sento sfruttata. Non c’è bisogno di che altri si indignino al posto mio».
La studentessa trentina non nasconde la sua sorpresa per la pioggia di polemiche. «Non me l’aspettavo — ammette — Non capisco come altri possano interpretare quello che sento io, soprattutto senza avermi prima interpellata. Nessuno è venuto a chiedermi come mi sentissi». E, ancora, «sono femminista, ma si eccede con il politically correct. Se il ruolo mi verrà riproposto accetterò».