sabato 13 Aprile, 2024
di Margherita Montanari
Il vino italiano si confronta con una congiuntura non semplice. Quello trentino, a giudicare dai conti del 2023, sembra averne risentito solo in minima parte. Pesano i rincari dovuti ai tassi d’interesse e all’inflazione e incide l’impennata del costo dei contenitori in vetro. Ma il giro d’affari delle cantine trentine arriva agli stessi livelli dell’anno scorso, oltre il miliardo di euro. E il valore dell’export torna a crescere, superando i 440 milioni di euro. La filiera che si presenta al Vinitaly di Verona – da domani al via – è in salute, come spiega Graziano Molon, direttore del Consorzio vini del Trentino, che alla fiera metterà in vetrina 42 aziende.
Fatturati
I numeri dei bilanci 2023 delle più grandi cantine trentine sono stati presentati negli scorsi mesi. Sono tre, o quattro se si considera anche il gruppo del roveretano Alessandro Mutinelli, Italian Wine Brands . Iwb ha chiuso il 2023 con 429,1 milioni di euro di fatturato (-0,3%). Cavid, uno dei giganti della cooperazione trentina, ha mostrato una crescita dello 0,9% nel fatturato del 2023, raggiungendo i 267,1 milioni di euro, trainato dalle bollicine e al traino delle esportazioni. L’altro «big», Gruppo Mezzacorona, ha chiuso con 217 milioni di euro di fatturato. Il Gruppo Lunelli di Ravina, casa spumantistica di Ferrari Trento, ha raggiunto 145,8 milioni di euro di ricavi nel 2023 (-4,6%). Ci sono poi una miriade di altre cantine, alcune piccole altre più strutturate, che sommate ai big portano il giro d’affari complessivo ben oltre il miliardo di euro. Un esempio lungo l’asse dell’Adige è Cantina Endrizzi, che ha chiuso il 2023 con un fatturato in crescita del 20%, intorno ai 5,5 milioni di euro.
Al top in Italia
Pambianco ha fatto la classifica delle prime quindici realtà vinicole italiane per fatturato, che nel 2023 hanno complessivamente totalizzato 4,3 miliardi di euro. Nel gruppo di testa le cantine trentine ci sono tutte. Al terzo posto Italian Wine Brands (Iwb), Cavit al quinto, Gruppo Mezzacorona al decimo e Cantine Ferrari al quindicesimo.
Fenomeno Trentodoc
Sui numeri incide anche il fenomeno Trentodoc. I volumi delle bottiglie risultano in lievissimo calo, da 13 milioni nel 2022 a 12,8 milioni nel 2023. Ma a compensare c’è la crescita del valore del giro d’affari (+3%), che alla fine dell’ultimo anno è arrivato a 185 milioni di euro, dicono i dati dell’Osservatorio Trentodoc, anticipati a «Il T» dal nuovo presidente dell’Istituto Stefano Fambri (vedi l’articolo del 29 marzo, ndr). Un anno frizzante per il marchio che riunisce 67 cantine produttrici sul territorio provinciale.
I rincari del vetro
I bilanci presentati dalle cantine mostrano una stazionarietà o una lieve contrazione dei volumi venduti nel 2023, sia in Italia che all’estero (la contrazione nazionale secondo l’Osservatorio Nomisma Wine Monitor è stata del -3,8%). Sui ricavi finali, infatti, incidono anche le impennate dei costi di produzione, in parte scaricati sul listino del prodotto finale. L’aumento accumulato del prezzo del vetro, usato per le bottiglie, negli ultimi quattro anni ha superato il +50%: +20,4% tra il 2021 e il 2022, e +25,3% tra il 2022 e il 2023. E, anche se rientrati, anche i costi di imballaggi di legno, per il sughero e per la carta sono cresciuti. «La congiuntura internazionale e le tensioni inflattive non hanno aiutato i consumi – commenta Molon – I primi dati del 2024 dicono che è in corso una flessione dei consumi del 5-7%. A questo si aggiungono costi delle materie prime, che restano alti. L’outlook mondiale non è dei migliori, soprattutto per i vini rossi. Ma il settore in Trentino tiene, con un giro d’affari oltre il miliardo di euro e l’export positivo anche nel 2023».
L’export
Secondo i dati Istat, l’export di bevande dal Trentino (quasi interamente marchiato dal vino) a fine 2023 è arrivato a 444,5 milioni di euro. Era di 443,3 milioni nel 2021, poi sceso a 434,4 nel 2022. Nell’ultimo anno la crescita è stata di 10 milioni circa (+2,3%). Questo a fronte di un segno negativo registrato a livello nazionale (-0,8%). Un confronto che dimostra una tenuta del comparto vitivinicolo trentino. Ma l’aumento «potrebbe esser dovuto ai rincari», spiega Molon, e non tanto dei volumi. Le dinamiche del mercato cambiano a seconda delle aree geografiche. Le tensioni nel contesto mediorientale non aiutano e anche il mercato statunitense è più in difficoltà. Secondo Istat, le esportazioni vitivinicole trentine dopo il boom da 217,6 milioni registrato nel 2021, sono scese a 192,4 milioni nel 2022, e nel 2023 si è registrato uno scatto in avanti di appena 5 milioni, a 197,7 milioni di euro.
Da domani il Vinitaly
Sono questi i numeri con cui il sistema provinciale del vino si presenta al Vinitaly, da domani al 17 aprile a Verona. «La fiera è ormai la vetrina più importante in Italia per il vino, un’occasione per presentarsi al mondo – continua il presidente del Consorzio vini del Trentino – Ci presentiamo con 42 aziende, in uno stand di 1.600 metri quadrati all’interno del padiglione 3».
Allo stesso stand saranno presenti le Strade del Vino e dei Sapori del Trentino, Fondazione Edmund Mach, Istituto Trento Doc, Istituto Tutela Grappa del Trentino, Trentino Marketing, Consorzio Turistico Piana Rotaliana Königsberg, Strada dei Formaggi delle Dolomiti, Strada della Mela e dei Sapori delle Valli di Non e di Sole. Un momento clou sarà l’evento in programma martedì 16 aprile.
Le aziende consorziate avranno l’opportunità di incontrare fino a 60 buyer da tutto il mondo.