il caso
sabato 8 Giugno, 2024
di Davide Orsato
Un anno e quattro mesi di pena. Più seimila euro di risarcimento provvisionale che potrebbe aumentare in sede civile. Ma, soprattutto, un percorso riabilitativo da svolgere presso associazioni attive sul fronte della violenza di genere: è una delle prime richieste del genere che arrivano dal tribunale di Trento. A essere condannato un ragazzo poco più che ventenne all’epoca dei fatti. L’accusa è grave: violenza sessuale, nei confronti di una ragazza con cui divideva la casa. I fatti risalgono al 2020. L’anno dei «tanti lockdown» che è pesato, come un macigno, sulla vita degli studenti universitari. Con solo qualche periodo di pausa, durante l’estate. E proprio a inizio estate di quell’anno si era tenuta una festa a cui ha partecipato anche la vittima di questa storia: una studentessa straniera venuta a Trento per studiare all’università e che, durante quell’anno, era stata costretta a rimanere nel suo Paese d’origine a causa dei provvedimenti di carattere sanitario. Finalmente, dunque, era arrivata l’occasione di «staccare» e di passare un po’ di tempo con amici e coetanei. Non poteva immaginare che il pericolo l’aspettava a casa, una volta rientrata.
Ad approfittare di lei, infatti, è stato uno degli inquilini con cui, da parecchi mesi, condivideva l’appartamento assieme ad altri coetanei.
Vedendola rientrare, alticcia, ci ha «provato», tentando un approccio: lei faticava a rendersi conto di quanto avveniva e alla fine si è consumato un atto sessuale non consensuale. Il giorno dopo, lei ha ricordato quanto avvenuto e ha deciso di sporgere denuncia. Il caso è quindi approdato in tribunale, dove non è mancato uno scontro tra l’avvocata di parte civile che assiste la ragazza, Chiara Graffer e gli avvocati difensori del ragazzo accusato di violenza, residente in Veneto (e difeso dalle avvocate Irma Conte e Carmela Parziale del foro di Venezia). Al momento della violenza erano presenti anche gli altri coinquilini che, però, dormivano e non si sarebbero resi conto di nulla.
Al centro delle due ricostruzioni, la condizione della ragazza che l’aggressore aveva descritto come non ubriaca. Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a 3 anni e 4 mesi, tenendo conto anche delle aggravanti. Alla fine, però, hanno pesato anche le attenuanti generiche, essendo il ventenne incensurato. Si è arrivati così, giovedì, alla pena, sospesa, di un anno e quattro mesi, con l’obbligo del percorso educativo.
Statisticamente, molte violenze denunciate da parte di ragazze, in particolari studentesse universitarie avvengono negli ambienti dove risiedono: non sempre, però, le vittime denunciano.
Ricerche
di Redazione
Riprese le attività con il miglioramento delle condizioni meteo: sul posto Soccorso Alpino e Speleologico Trentino e Guardia di Finanza, supportati dal nucleo elicotteri del corpo permanente dei vigili del fuoco