Il caso
martedì 21 Novembre, 2023
di Redazione
Opposizione all’attacco del ministero dell’Istruzione e del ministro Valditara per la scelta di affidare al consulente del Mim Alessandro Amadori la scrittura delle linee guida sull’educazione alle relazioni nelle scuole. Come riporta il quotidiano Domani, nel 2020 Amadori ha autopubblicato un libro, intitolato La guerra dei sessi, in cui negava la violenza maschile sulle donne sostenendo teorie complottiste su un fantomatico movimento «ginarchia», che avrebbe l’intenzione di schiavizzare gli uomini. «La presidente del consiglio Meloni non può permettere che al ministero dell’Istruzione del suo governo si continui a tollerare il complottismo contro le donne. Valditara scelga meglio i suoi collaboratori, non c’è dominazione femminile ma centinaia di donne uccise e migliaia molestate o violentate. È evidente che Alessandro Amadori non può restare al suo posto continuando ad occuparsi di educazione alle relazioni e non può più in generale occuparsi di istruzione dei e delle giovani di questo Paese in ruoli del governo. Un uomo convinto che stia crescendo un pericoloso business della dominazione femminile non può mettere mano alle linee guida che dovrebbero contribuire a salvare le donne dalla violenza maschile», dice chiaro il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra. «La scelta di affidare il coordinamento del progetto Educare alle relazioni, di cui il ministro Valditara ha annunciato l’imminente avvio, al professor Alessandro Amadori è a dir poco preoccupante. Porremo stamani la questione in Aula alla Camera. Sorprende, infatti, come su un tema così urgente e drammatico sia stata scelta una personalità che più volte in diversi interventi ha avvalorato tesi delle responsabilità delle donne come causa delle violenze. Tesi che sembrano incompatibili con lo scopo che il progetto deve perseguire», gli fa eco la deputata democratica Irene Manzi, capogruppo in commissione Cultura. «Quanto rivela oggi Christian Raimo sul quotidiano Il Domani a proposito di Alessandro Amadori, l’esperto del Ministro Valditara sulla violenza di genere, è incredibile e lascia senza parole – aggiunge invece Elisabetta Piccolotti dell’Alleanza Verdi Sinistra – Non si tratta infatti semplicemente di uno studioso che illustra tesi discutibili, ma di un uomo in preda ad un vero e proprio delirio complottista rivolto contro le donne. Che sia lui ad aver coordinato il progetto che Valditara dovrebbe presentare domani è una vera vergogna. Questa vicenda è uno schiaffo a tutte le donne – prosegue la parlamentare rossoverde della commissione cultura di Montecitorio – che sono e saranno in piazza in questi giorni per dire basta al patriarcato e alla violenza di genere: non accetteremo che a scrivere le linee guida per l’educazione all’affettività sia un nuovo Vannacci. Il ministro dell’Istruzione quindi revochi la consulenza ad Amadori, annulli la conferenza stampa – conclude Piccolotti – e ricominci daccapo coinvolgendo il Parlamento». La senatrice Pd Cecilia d’Elia, inoltre, afferma: «La notizia su Alessandro Amadori, coordinatore dei consulenti del ministro Valditara sulla violenza di genere, riportata dal Domani è inquietante e preoccupante ad un tempo. Inquietante perché ci chiediamo quali siano i criteri usati dal Ministro per scegliere i propri consulenti. Sono tante le professionalità e le competenze sul campo, a partire dalle esperte formatesi soprattutto nel lavoro dei centri antiviolenza. Come è possibile che il ministro Valditara non trovi di meglio che affidarsi ad un consulente che afferma che il diavolo è anche donna e che esistono le ginnarche, fantomatico movimento che vuole schiavizzare i maschi? Sostanzialmente un modo per negare che esista la cultura patriarcale. È di questo che muoiono le donne, della violenza degli uomini. Rasentiamo davvero la follia, visto che a questo gruppo di consulenti è affidato il compito di coordinare il progetto sull’educazione alle relazioni nelle scuole. Siamo molto preoccupati e per questo presenteremo una interrogazione urgente al governo: il ministro deve al più presto chiarire in Parlamento e spiegare le sue scelte».