i numeri
martedì 21 Novembre, 2023
di Benedetta Centin
Un fascicolo aperto ogni due giorni per maltrattamenti in famiglia. Ogni tre circa nel caso di stalking e di violenza sessuale, anche su minori. Procedimenti in crescita esponenziale, quelli che riguardano le fasce deboli, quindi anche le donne, e che ipotizzano reati che vanno dagli atti persecutori agli omicidi. Un dannato incremento della violenza di genere da cui nemmeno il Trentino è immune. E a dirlo sono i numeri. Recentissimi. Ne basterebbe uno su tutti: se il 2018 si era chiuso con 345 procedimenti aperti dalla Procura di Trento per casi di stalking, maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e omicidi (tentati e consumati), nel 2022 i fascicoli erano aumentati di oltre cento. Già, proprio così: cento. Sono infatti arrivati a 458 nell’arco di cinque anni (nel 2021 erano 398). E non c’è tregua. Alla data di pochi giorni fa, del 15 novembre 2023, se ne contavano 448 di procedimenti. In prospettiva a fine anno potrebbero arrivare a sfiorare i 490. Una piaga, i soprusi sulle donne e sulle fasce deboli, che sembra quindi ben lungi dall’essere sanata, nonostante i nuovi e più restrittivi strumenti a disposizione della legge.
Maltrattamenti: i numeri più alti
A dare voce a spaccati di grandi sofferenza, di vessazioni, di violenza in tutte le sue forme, fino alle più atroci, ai delitti, sono i numeri dei «Codici rossi». Che riguardano appunto maltrattamenti in famiglia, stalking, violenze sessuali o domestiche. Fascicoli aperti in tempo zero dalla Procura per reati che rientrano nella più recente normativa per il contrasto della violenza di genere. Procedimenti che impongono indagini lampo, di ascoltare e tutelare le vittime celermente, coinvolgendo anche i centri anti violenza.
I dati, recentissimi, del 2023 (parziali perché fino alla data del 15 novembre), raccontano di 143 fascicoli aperti per stalking, e cioè atti persecutori, 13 in più rispetto al 2022, 35 se si guarda al 2021.
A registrare i numeri più elevati sono i maltrattamenti in famiglia: 198 i procedimenti registrati a sei giorni fa, erano 194 a fine 2022, 180 nel 2021 ma solo cinque anni fa, nel 2018, erano 133 (65 in meno). Dopo il picco del 2022 (con 131 casi) risultano per lo più stabili le segnalazioni di violenza sessuale, incluse quelle su minori: 106 fascicoli aperti al 15 novembre, mentre erano 109 nel 2021.
Alla voce omicidi e tentati omicidi il numero si ferma a un unico tentativo finora, per il 2023, mentre era di tre procedimenti l’anno scorso (tra questi l’uomo che ha tentato di strangolare la quasi ex moglie sul lavoro, a Borgo d’Anaunia, e Mauro Moser che a Castello di Fiemme ha ucciso la moglie Viviana Micheluzzi per poi togliersi la vita). Nel 2021 c’era poi stato Lorenzo Cattoni che a Cortesano aveva ammazzato l’ex moglie Deborah Saltori, mamma di quattro figli. Quattro i fascicoli del 2020 e tra questi l’assassinio in Valle dei Mocheni dell’allevatrice Agitu Ideo Gudeta da parte del suo collaboratore Suleiman Adams.
Altro dato che è stato possibile estrapolare riguarda l’incidenza tra italiani e stranieri: al 15 novembre 2023 gli indagati sono 121 stranieri e 325 italiani (quasi il triplo dei primi). Nel 2022 erano rispettivamente 95 e 164, l’anno prima 82 e 265.
Subito a processo: casi raddoppiati
Eloquenti, sempre nel caso di procedimenti riguardanti fasce deboli, anche le richieste, avanzate dalla Procura, di giudizio immediato, di mandare cioè subito a processo l’indagato per l’evidenza di prove, saltando l’udienza preliminare. Se nel 2021 le richieste erano state 106, 93 invece nel 2022, dal primo gennaio al 15 novembre 2023 sono state 209, sono quindi più che raddoppiate.
Arresti domiciliari: da 15 a 118
La fotografia scattata attraverso i numeri dell’attività della Procura si focalizza anche sulle misure adottate nei confronti degli indagati. Dalle custodie in carcere, passate dalle 35 eseguite dal primo luglio 2019 al 30 giugno 2020, alle 52 scattate nello stesso periodo tra 2022 e 2023. Balza agli occhi il dato degli arresti domiciliari nello stesso periodo: da 15 casi (nel 2019-2020) sono balzati a 118 (tra 2022 e 2023). Questo anche in ragione del fatto che si sono registrati diversi casi di violazione del divieto di avvicinamento alla vittima (80 i provvedimenti emessi dal primo luglio 2022 al 30 giugno di quest’anno). Violazione che fa scattare appunto l’arresto. Ancora, nello stesso periodo di tempo per 36 indagati è stata emessa anche la misura di allontanamento dalla casa familiare.
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