Le recensioni dal Festival
martedì 2 Maggio, 2023
di Simone Casciano
La curiosità per un evento unico, la fascinazione per il selvaggio, e poi, le difficoltà degli allevatori, gli avvistamenti, il circo mediatico, la paura per l’incolumità, prima degli animali e poi delle persone, e infine il triste epilogo. La storia di M13 e del suo arrivo in Val Poschiavo nel 2012 e della sua permanenza lì fino al febbraio del 2013 racchiude nel suo microcosmo tante delle storie che abbiamo imparato a conoscere qui in Trentino, forse anche per questo la proiezione di «l’Ors» (decisa dagli organizzatori molto prima della tragedia di Caldes di un mese fa) ha avuto un così forte richiamo, facendo registrare il tutto esaurito ieri, lunedì 1 maggio, alle 17 al cinema Modena. Il regista, Alessandro Abba Legnazzi, ha scelto una via particolare per raccontare questa storia: non un documentario, non un film narrativo, ma una vera e propria riproposizione dei fatti accaduti, messi nuovamente in scena dagli stessi protagonisti che li avevano vissuti in prima persona, salvo per uno dei protagonisti che è stato interpretato da un attore professionista. Al centro della vicenda ci sono Arturo e Livio, i due guardiacaccia della valle, che fin dall’inizio sono incaricati di monitorare la presenza del giovane orso arrivato proprio dal Trentino. Il loro primo incontro con l’animale racchiude quell’entusiasmo misto a fascinazione che si può provare di fronte all’incontro con il selvaggio. Presto arrivano anche i primi problemi: le predazioni. M13 attacca prima gli asini di un maso e poi le pecore di un altro allevatore. In entrambi i protagonisti emerge il dolore per la perdita dell’animale, ma è interessante come i due prendano poi posizioni diametralmente opposte. Il primo accetta il fatto, esprime dolore, ma riconosce anche il suo dovere nel proteggere meglio i propri animali, il secondo invece protesta con le autorità poi ricorre ai media che lo immortalano in prima pagina del giornale con il moschetto in mano. Una scelta che pagherà esponendosi alla rabbia degli animalisti. Un’altra serie di personaggi fanno la loro apparizione: il circo mediatico, il blogger anonimo che crea una pagina a favore dell’orso e i giovani del paese sospesi tra stupore e timore. Intanto le incursioni di M13 si fanno sempre più frequenti, Arturo e Livio riflettono sulle responsabilità dell’uomo: «Siamo stati noi – si chiedono ad un certo punto – Con le nostre azioni, seguendolo e avvicinandolo ad addomesticarlo?». L’epilogo della storia è noto, ma raccontato dando spazio alle emozioni. Al termine della proiezione il regista, accompagnato da uno dei protagonisti, il guardiacaccia Arturo, ha risposto a lungo alle domande che arrivavano dal pubblico. Un interesse così forte che alla fine gli organizzatori hanno dovuto pregare tutti di uscire perché bisognava fare posto al pubblico della proiezione successiva. La grande curiosità che ha saputo generare conferma come «l’Ors» sia stato un microcosmo in cui per molti è stato facile specchiarsi. Il film torna protagonista del Festival domani, giovedì 4 maggio, alle ore 14:45 presso il Multisala Modena. Successivamente la produzione è al lavoro per organizzare una piccola distribuzione indipendente nelle sale cinematografiche.
Voto: 8
Abbiamo cominciato la pubblicazione dei film più interessanti del Trento Film Festival secondo la redazione de il T, nelle prossime ore e nei prossimi giorni racconteremo le pellicole che hanno catturato la nostra attenzione. Il nostro speciale dedicato al festival invece è disponibile qui gratuitamente
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