il lutto
sabato 3 Febbraio, 2024
Vittorio Emanuele di Savoia, è morto a 86 anni il figlio dell’ultimo re d’Italia
di Sara Alouani
Erede di Umberto II era designato a succedergli al trono. Ma dopo il referendum del 1946, che vede la vittoria della Repubblica, andrà a vivere in esilio fino al 15 marzo 2003

È morto questa mattina Vittorio Emanuele di Savoia, figlio dell’ultimo re di Italia. A darne la notizia è la Casa Reale di Savoia. “Alle 7.05 di questa mattina, 3 febbraio 2024, Sua Altezza Reale Vittorio Emanuele, Duca di Savoia e Principe di Napoli, circondato dalla Sua famiglia, si è serenamente spento in Ginevra”, si legge nella nota della Casa Reale in cui si precisa che “luogo e data delle esequie saranno comunicati appena possibile”.
Vittorio Emanuele è stata una figura molto controversa. Nato il 12 febbraio 1937 a Napoli, avrebbe compiuto tra pochi giorni 87 anni. Figlio dell’ultimo re di Italia Umberto II e di Maria José, e designato a succedere al trono, dopo il referendum del 1946 che vede la vittoria della Repubblica, vive in esilio fino al 15 marzo 2003, quando, cancellata la XIII disposizione che vietava il rientro dei discendenti maschi in Italia, rientra – non senza polemiche – dopo 57 anni.
In esilio sposa prima a Las Vegas con rito civile e poi a Teheran con rito religioso Marina Doria, ex campionessa mondiale di sci d’acqua: dalla loro unione nasce Emanuele Filiberto, unico figlio della coppia. Il matrimonio non viene visto di buon occhio dall’ex re tanto che i due si sposano in segreto senza avvisare le famiglie. È proprio l’unione con Doria a creare l’ennesimo dissapore in seno alla casata: il padre non diede mai il “regio assenso” alle nozze, cosa che invece sarebbe prevista dalle leggi dinastiche. Da qui il dissidio interno per il titolo di ‘capo’ della Casa mosse dall’altro membro della Casa reale, il principe Amedeo.
Il nome di Vittorio Emanuele è legato anche a una delle vicende più misteriose e controverse, quello dell’omicidio di Dirk Hamer, 19enne tedesco ucciso da un proiettile che lo raggiunse alla coscia mentre dormiva su una barca all’isola di Cavallo il 18 agosto 1978. Vittorio Emanuele fu accusato di aver esploso due colpi di carabina, uno dei quali aveva colpito il 19enne, morto dopo alcuni giorni di coma. La battaglia giudiziaria si è chiusa solo nel 1991 con il proscioglimento dall’accusa di omicidio e la condanna a 6 mesi per porto abusivo di arma da fuoco.
Nuova grana giudiziaria nel 2006 quando, nell’ambito di un’inchiesta sul casinò di Campione d’Italia, è stato arrestato con le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al falso e allo sfruttamento della prostituzione. Anche in questo caso, dopo aver trascorso circa un mese agli arresti domiciliari, è stato scagionato dalle accuse, con formula piena perché il fatto non sussiste. Per i 6 giorni trascorsi in carcere prima dei domiciliari ha poi ottenuto un risarcimento di 40mila euro.
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