Protagonista
giovedì 24 Agosto, 2023
di Redazione
È nato a Ettelbruck, nel cuore del Lussemburgo, da genitori polacchi emigrati nel Granducato a fine carriera. Sì, perché la pallavolo è ossigeno, in casa Rychlicki: papà Jacek fu argento europeo nell’83, lo stesso anno in cui mamma Elżbieta divenne campionessa nazionale polacca con il ŁKS. Per Kamil, classe 1996, la pallavolo era quindi una via naturale, che lui ha assecondato fin da piccolino. E si rivela da subito un vincente, trovandosi sempre protagonista in squadre che lottano per i titoli. Tra il 2013 e il 2018 vince tre campionati lussemburghesi, un campionato belga, quattro Coppe di Lussemburgo e una Supercoppa belga. Dopo i primi anni in cui resta vicino casa, nel 2018 l’opposto decide di prendere il volo verso quello che già era uno dei campionati più competitivi. E arriva in Italia. Approda alla corte di Ravenna all’età di 22 anni e gioca una stagione in Emilia. Lì, un «certo» Beppe Cormio lo nota e lo vuole per la sua Civitanova. Con i cucinieri Kamil continua a vincere: in due stagioni fa suoi un mondiale per club, uno scudetto, due Coppe Italia. Poi passa a Perugia, dove aggiunge al palmares personale un secondo mondiale per club, una terza Coppa Italia e una Supercoppa italiana. Ed ora arriva a Trento. «Per me è stato naturale accettare l’offerta di Trentino Volley, che da anni si presenta ai massimi livelli in Italia e mi corteggiava da un po’. Anzi, ora lo possiamo dire senza indugi: è la squadra più forte in Italia, visto che si è meritatamente aggiudicata lo scudetto sconfiggendo compagini sulla carta a lei favorite. Appena arrivato qui ho avuto subito conferma di aver scelto una società seria e di spessore». Senza contare la città: «Sono arrivato da poco e non ho ancora avuto modo di vedere molto. Ma già uscire di casa e vedermi circondato dalla natura e da tutto questo sole per me è bellissimo». Da settembre 2022 Kamil, che grazie ai genitori ha già il doppio passaporto lussemburghese e polacco, ha anche ottenuto la cittadinanza italiana «per aver reso eminenti servizi all’Italia in considerazione egli ottimi risultati conseguiti nella propria disciplina sportiva». Oltre al fatto di poter quindi essere convocato con la nazionale italiana già a partire da ottobre, questo rappresenta sicuramente un valore aggiunto anche nel club. Anche se questa Trentino Volley è tanto azzurra, e il rischio di dover stare in panchina per rispettare il numero di italiani in campo qui non lo avrebbe comunque corso. Lavia e Michieletto, Laurenzano, Sbertoli, Cavuto, Nelli. C’è tanto azzurro in questa Itas. Azzurro a cui non nega di pensare il neo-acquisto di Trento, che però ora vuole parlare solo di Trento. «Arrivo in un gruppo che mi piace molto – racconta Rychlicki – e col quale non vedo l’ora di iniziare a fare sul serio. Conosco Fabio Soli per averlo incrociato nei palazzetti, ma non avevo mai lavorato con lui e sono felice che ora abbiamo a disposizione qualche settimana per conoscerci meglio. Servirà a me e a tutta la squadra. Sono sicuro che pian piano capiremo come lavorare insieme al meglio». Chi conoscerà probabilmente solo negli ultimi giorni è il regista Riccardo Sbertoli. «Siamo ormai abituati a cominciare la preparazione con il gruppo frazionato. È una condizione che riguarda tutte le squadre, mal comune mezzo gaudio, mettiamola così. Fa parte degli oneri da sopportare quando vuoi avere giocatori forti, che rappresentano la nazionale. Sta a noi trovare un’intesa in poco tempo e poi consolidarla partita dopo partita. Arrivare ad avere un buon ritmo nelle gambe, così come avrà chi arriva dai tornei internazionali». A proposito del suo ruolo in squadra: a Trento un opposto di ruolo mancava da un paio d’anni. Mister Lorenzetti aveva adottato lo schema a tre schiacciatori prima e poi «sacrificato» Kaziyski in un ruolo non suo. Il nome dello storico numero 1 di Trentino Volley aleggia nel palazzetto che ancora profuma di scudetto. Rychlicki sorride al suo pensiero: «Non ci penso nemmeno a sostituire Matey, che è un mostro sacro della pallavolo, ma soprattutto una figura che a Trento non potrà mai avere un sostituto. Io non vengo al posto suo, vengo ad aprire un nuovo capitolo. Spero che i risultati che riusciremo a ottenere con questa squadra saranno tali da farmi amare. Non certo come lui, ma almeno provare ad avvicinarmi. Bisogna sempre puntare al massimo» sorride ancora. A proposito di responsabilità: giocherà questa sua prima stagione a Trento con lo scudetto cucito sul petto, su un campo col tricolore. In sede di ritrovo in palestra lo stesso Presidente Bruno Da Re ha voluto puntualizzare che «non dovremo difendere nessun titolo ma solo dare il massimo in ogni torneo che affrontiamo». Un concetto che Rychlicki fa subito suo: «Quando da avversario mi sono trovato di fronte Trento ero sempre pronto a battaglie toste e difficili, anche nelle stagioni in cui la squadra sembrava faticare. È un ambiente in cui ci si aspetta sempre il massimo e sono pronto a darlo. Di sicuro, ho ricordi bellissimi di tutte le partite giocate contro Trento e ora voglio cominciare a costruirne tantissimi da membro di questa squadra, che ti accoglie come una seconda famiglia».