politica europea

martedì 4 Marzo, 2025

Von der Leyen lancia il piano di riarmo dell’Europa: «800 miliardi per la difesa Ue». Salvini scettico: «Vuole una terza guerra mondiale?»

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Positiva la reazione del ministro degli esteri Antonio Tajani: «Finalmente si fanno passi in avanti»

La Commissione europea promette l’arrivo di massicci investimenti nella difesa. Stavolta l’Ue dovrebbe fare sul serio, spinta dall’urgenza della situazione ucraina e del disimpegno Usa. Domani la presidente Ursula von der Leyen invierà una lettera agli Stati membri con le linee del piano per il riarmo dell’Europa che sarà discusso al Consiglio europeo straordinario di giovedì 6.

Negli ambienti di Bruxelles, il piano verterà su tre pilastri. Il primo è la flessibilità del Patto di stabilità e crescita, con l’attivazione della clausola di salvaguardia a livello nazionale per le spese per la difesa. Il secondo è il riutilizzo delle risorse dei programmi strutturali Ue come il fondo per la coesione, ma anche dei fondi rimanenti del Dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF), circa 94,9 miliardi di euro di prestiti che non sono stati richiesti dagli Stati membri. C’è poi il tema di creare nuovo debito con l’emissione di eurobond per la difesa, una possibilità da esplorare visto che il prossimo bilancio pluriennale Ue, il QFP, inizia solo nel 2028. L’altro pilastro è l’utilizzo della Banca europea per gli investimenti, la Bei, il cui mandato va ampliato ulteriormente, e la creazione di una linea di credito intergovernativa nel Mes, un’ipotesi caldeggiata anche da Enrico Letta nel suo rapporto.

Sul tavolo c’è anche l’idea di creare una “banca di riarmo” per raccogliere i fondi necessari ad aumentare le capacità di difesa. Tutto questo si interseca con le decisioni che usciranno dal vertice Nato di fine giugno. Se gli alleati decideranno di fissare il nuovo target per le spese per la difesa al 3% del Pil, gli Stati dovranno aumentare le loro risorse e si arriverebbe a 150 miliardi in più l’anno, per un totale di circa 700 miliardi in cinque anni.

Positiva la reazione del ministro degli esteri Antonio Tajani (che con von der Leyen condivide anche l’adesione al Ppe): «Finalmente si fanno passi in avanti per costituire una efficace difesa europea. Era il sogno di De Gasperi e Berlusconi. Ora bisogna realizzarlo» ha scritto su X. Mentre la Lega di Salvini è preoccupata e parla di: «deriva bellicista» intrapresa dall’Unione Europea, che «mentre l’America di Trump lavora per la pace e parla di fine del conflitto in Ucraina, corre al riarmo e parla di soldati al fronte». E continua: «L’Ue non riesce a reperire fondi per le altre priorità, ma trova 800 miliardi per il riarmo? Una escalation militare inquietante, che non è per nulla proporzionale agli sforzi effettuati da Bruxelles, negli ultimi tre anni, per fare sì che la diplomazia si sostituisca ai fucili e alle bombe: se qualcuno in Europa vuole la terza guerra mondiale, non lo fa a nostro nome»

Scettica anche Avs, che, attraverso il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli, riporta la preoccupazione del partito verso la «logica del riarmo che sta emergendo nelle dichiarazioni della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen». Una logica che «spingerebbe l’Europa verso una economia di guerra» non necessaria visto che «l’Europa spende già 730 miliardi di dollari per la difesa, il 58% in più rispetto alla Russia». E conclude: «Il problema non è la quantità di risorse destinate agli eserciti, ma l’assenza di una politica estera comune e di una strategia di difesa unificata».