La testimonianza

venerdì 16 Febbraio, 2024

Zanetti, il racconto dell’edicolante rapinato: «Mi hanno sparato a freddo forse per intimidirmi»

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Il titolare dell'edicola di San Donà chiede più sicurezza: «Il Comune metta più telecamere»

«Le piazze non sono illuminate, in città ci sono poche telecamere. Se ci fosse più sicurezza le cose andrebbero diversamente». Un’accusa dura quella di Manuel Zanetti, titolare dell’edicola Led Zed nel rione di San Donà, ferito nel corso di una rapina con un colpo di pistola ad aria compressa la sera di mercoledì 14 febbraio. «Poteva andare peggio, me la sono cavata con qualche punto in fronte -racconta Zanetti-. Tutto si è svolto in pochi minuti. Ero solo nel negozio, girato di schiena, stavo sistemando le sigarette. Ho sentito che qualcuno apriva la porta, quando mi sono voltato avevo una pistola puntata in faccia. Dopo pochi attimi perdevo sangue». Minuti di paura e un colpo di pistola caricata a pallini in fronte: «Non so se il colpo è partito accidentalmente o se hanno sparato per intimidirmi». Zanetti dopo la rapina è stato portato in ambulanza all’Ospedale Santa Chiara per la ferita riportata. Le sue condizioni sono risultate da subito non gravi, sei i punti di sutura sulla fronte e un occhio nero. I due uomini incappucciati, entrati in azione attorno alle 19.30, hanno preteso dall’edicolante l’incasso della giornata, circa 700 euro. «Non ho opposto alcuna resistenza, ho consegnato i soldi e ho cercato di mantenere il sangue freddo», continua Zanetti. Sono ora in corso le indagini dei Carabinieri della compagnia di Trento per identificare i due malviventi, che mercoledì sera hanno rapinato e aggredito il quarantacinquenne. I due rapinatori vengono descritti da Zanetti come “impreparati”: «Non erano dei professionisti, non sono riusciti a spaventarmi troppo. Sembravano giovani dalla voce e dall’abbigliamento. Potevano avere 20 anni». In un lasso di tempo molto breve però «raccogliere dei dettagli è quasi impossibile, nella concitazione dei fatti è stato difficile provare a identificarli». L’unico modo per aiutare le forze dell’ordine nelle indagini, secondo il rapinato, è la videosorveglianza. «Le telecamere in città sono poche, specialmente attorno alle aree commerciali. Se ci fosse più sicurezza e nelle piazze ci fossero le telecamere puntate, le cose andrebbero diversamente». Manuel Zanetti ne è convinto: «L’amministrazione dovrebbe investire di più nella sicurezza». «Siamo ormai abituati a queste situazioni, questa volta è andata bene -racconta- Hanno trovato me, ma se trovavano una ragazza dietro al bancone, o una signora anziana, se in negozio ci fosse stata una mamma con un passeggino, poteva andare molto peggio». La comunità di San Donà è scossa dopo ciò che è accaduto al titolare del tabacchino: «Oggi ho ricevuto moltissime telefonate dagli abitanti del rione, il nostro è un quartiere di famiglie. Quando succedono queste cose la gente si spaventa molto. Il comune deve investire di più nella sicurezza e nell’acquisto di telecamere per far sentire più sicuri gli abitanti di Trento e per evitare che queste situazioni si ripetano». Ancora nessun sospetto sui due criminali, tanto il dispiacere del commerciante di San Donà: «Mi dispiace per il disagio che ha creato questa situazione. Non sono sotto shock, oggi torno al lavoro. Queste cose possono succedere, ma potrebbero essere evitate con una capillare videosorveglianza. Solo le banche sono blindate e videosorvegliate, noi commercianti siamo allo sbaraglio e dobbiamo investire privatamente per munirci di telecamere. Abbiamo bisogno di aiuto pubblico». Non sono mancati i messaggi di solidarietà rivolti a Manuel Zanetti per quanto accaduto mercoledì sera. Nel pomeriggio il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, ha visitato la tabaccheria di San Donà per mostrare la sua vicinanza all’edicolante rapinato. È tempo di dire basta per Zanetti: «Spero che questa mia disavventura stimoli le istituzioni a intensificare le misure di sorveglianza: la città non può più vivere nella paura».