la sperimentazione
lunedì 19 Febbraio, 2024
di Redazione
Sono centinaia gli esemplari di zanzara tigre catturati dal 20 giugno al 23 ottobre 2023 dalle sei trappole Bg-gat posizionate a una distanza di 25 metri l’una dall’altra lungo il perimetro del giardino (280 metri) del Nido d’infanzia “Caneppele” di Roncafort. A queste si sommano ulteriori zanzare tigre catturate a fini di studio con la Bg-sentinel e migliaia di uova della stessa specie raccolte con l’ovitrappola. Questi in sintesi i risultati della sperimentazione condotta la scorsa estate a Trento nord.
Ai dati numerici si aggiunge la soddisfazione di insegnanti, famiglie, bambini e bambine che hanno percepito un livello di disagio più basso sia rispetto a quello documentato in altre scuole dell’infanzia cittadine che a quello riscontrato negli anni precedenti (nel 2022, complici le temperature estive molto alte, le zanzare presenti nell’area dell’asilo erano il triplo rispetto all’anno precedente).
Come affermato dall’esperta del Muse Valeria Lencioni: «Sono quasi 300 le zanzare catturate al Nido Caneppele durante la sperimentazione. Se si pensa che ogni femmina può pungere dalle 3 alle 5 volte e deporre fino a 40 uova, si comprende la portata dell’intervento. Grazie all’utilizzo del Bg-gat, sono infatti state evitate circa 800 punture e la riproduzione di 8 mila nuovi esemplari. Inoltre, si tratta di una soluzione ecologica che che può essere utilizzata sia nei luoghi pubblici che privati, aiutando così a ridurre significativamente il numero delle zanzare».
L’obiettivo del progetto era infatti quello di limitare la diffusione della zanzara tigre con alternative agli insetticidi adulticidi, sostanze tossiche che si disperdono nell’aria e sul terreno costituendo un potenziale pericolo per le persone e per tutti gli insetti non molesti come api e farfalle. Per questa ragione e per evitare la comparsa di popolazioni resistenti, il ricorso alle sostanze chimiche viene infatti raccomandato solo in casi di emergenza sanitaria.
La trappola passiva Bg-gat è invece pensata per attirare zanzare tigre adulte in cerca di un luogo dove deporre le uova per poi catturarle con la carta adesiva presente all’interno del contenitore. Si tratta dunque di una soluzione non tossica, né pericolosa per gli utilizzatori, in grado di funzionare senza attrattivi chimici e corrente elettrica, con un costo relativamente contenuto (inferiore ai 50 euro) e di facile impiego e manutenzione anche da parte di personale non specializzato.
Il progetto pilota, pensato e seguito dall’ufficio Ricerca e collezioni museali del Muse e dal servizio Sostenibilità e transizione ecologica del Comune di Trento, ha così dimostrato l’effettiva possibilità di ridurre il numero di zanzare presenti nell’area verde dell’asilo senza ricorrere a insetticidi adulticidi.
Visto il successo dell’idea, il progetto verrà riproposto anche nei prossimi mesi come metodo ecosostenibile di contenimento della zanzara tigre nelle aree sensibili della città quali asili nido e scuole d’infanzia, affiancando il programma di trattamenti con larvicida microbiologico coordinato dal Comune e il lavoro di monitoraggio svolto dal Muse.
La collaborazione tra Muse, Comune e personale dell’asilo è stata fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo, dimostrando l’importanza di favorire progetti partecipativi e di Citizen Science per limitare lo sviluppo di questo fastidioso insetto anche nelle aree urbane in cui si è stabilizzato da anni (www.mosquitoalertitalia.it).
Da parte sua, l’assessora alla Transizione verde Giulia Casonato ha ringraziato il Muse per il continuo lavoro svolto sul territorio: «Sapevo che il Muse è da sempre impegnato in importanti ricerche per tutelare l’ecosistema e l’ambiente, ma da quando ricopro questo ruolo mi accorgo ogni giorno di più di quante siano le collaborazioni che con impegno portiamo avanti insieme per il benessere dei cittadini».
La ricerca integrale, pubblicata nella rivista Studi trentini di scienze naturali, è disponibile nel sito del Muse.