Consiglio provinciale
mercoledì 29 Marzo, 2023
di Marika Damaggio
Il disegno di legge è stato accompagnato da un lungo viatico di contestazioni, maturate dentro (con 740 ordini del giorno) e fuori dall’Aula. Da parte della Federazione trentina della cooperazione e persino da parte di alcuni Comuni (nello specifico Trento, Lavis, Pergine, Rovereto e Arco). Tant’è che la prima mattina dedicata alla discussione generale sul disegno di legge 13 di Vanessa Masè (La Civica) sul cosiddetto riordino del ciclo formativo da 0 a 6 anni è stata caratterizzata da una serie di interventi critici fioccati dagli scranni delle forze di opposizione. Nella sostanza, la norma prevede la creazione di un sistema integrato tra i nidi d’infanzia (0-3 anni) e le scuole dell’infanzia (3-6 anni). Una riforma che la consigliera, citando il pedagogista Giancarlo Gerini, ha definito una «ballata popolare» che dà risposta alle richieste di zerosei che sono in grande crescita nella società trentina.
«Un ddl fatto per i post, i tweet e i titoli dei giornali»
Di tutt’altro avviso Ugo Rossi (Azione) che, in passato, negli anni da presidente della Provincia è stato anche titolare della delega sulla scuola. «Dovrò fare ostruzionismo, per la prima volta, su questo disegno di legge – ha premesso nel suo intervento in Aula – perché lo zerosei c’è già ed è stato introdotto con la riforma del sistema scolastico nella scorsa legislatura. Da qui sono nate esperienze, più o meno riuscite e con varie sfumature, di connessione tra nidi e materne. Con lo scopo di mettere assieme il buono dei due sistemi educativi per creare una continuità. Non c’è quindi bisogno che qualcuno introduca la zerosei per mettersi politicamente una “spilla” sul bavero». Ancora: «La stessa “spilla” che la maggioranza si è messa cancellando il trilinguismo – ha aggiunto – Il punto è quindi l’utilizzo politico che si fa delle questioni che nel caso dello zerosei ha provocato la reazione di chi lavora negli asili e nelle scuole». Una norma che Rossi ha definito «di bandiera» e «priva di contenuti al punto che la Giunta ha dovuto intervenire con una lunga serie di emendamenti. Non una legge di riforma, ma una legge, che entra in un sistema che ne ha già due, che evoca post, tweet, titoli e che, non a caso, non prevede un euro di investimento». Servirebbe invece, ha continuato Rossi, una legge complessiva che si occupi di contenuti, del destino delle persone che lavorano in questo settore, mettendo in un motore già buono, ulteriori energie per migliorarlo.
«Ripartire da zero per poter arrivare allo zerosei»
Paola Demagri (Casa autonomia), condividendo il ragionamento di Rossi, ha poi affermato che negli ultimi anni l’autonomia è stata dimenticata. «Nel merito del ddl – ha poi detto – riconosco a Masè di aver stimolato l’approfondimento dei temi legati allo zerosei, ma sono nati degli equivoci perché non si è voluta approfondire la questione con gli addetti ai lavori. Perché c’è un’incapacità di ascolto della quale si è avuta prova nella sanità dove non sono stati coinvolti i protagonisti del sistema. C’è quindi un metodo che non è quello del coinvolgimento. Mentre i bisogni che vengono presi in considerazione sono quelli politici e non quelli del sistema». Per Demagri, in definitiva, «si fanno prove di machismo che non portano da nessuna parte». Di qui la scelta di continuare sulla via dell’ostruzionismo «perché non si vuole condividere la responsabilità di un ddl sbagliato e che non è chiesto dal sistema educativo». Demagri quindi ha chiesto a Vanessa Masè di ritirare la proposta per ripartire da zero per magari arrivare allo zerosei.
«La vera soluzione sono i nidi gratuiti»
Nel merito e sul metodo l’intervento di Paolo Zanella (Futura) che ha contestato la sordità della maggioranza. «Un atteggiamento che si è visto e si sta vedendo con i ddl Cia sulla libertà educativa o sulla dirigenza assistenziale -ha detto – Si calano i disegni di legge dall’altro e poi si va allo schianto. Ora Vanessa Masè dichiara la sua disponibilità al merito, ma lo si fa ex post. Così come è accaduto sull’apertura a luglio che si è imposta d’imperio senza ascoltare i portatori di interesse». Una volta al mese, ha aggiunto Zanella, «ci sono i richiami del Consiglio del sistema educativo alla Giunta contro gli attacchi alla scuola, come il ddl Cia e la valorizzazione, presentata da Bisesti, degli insegnanti che, ha ricordato, sono i peggio pagati di Europa. Gli investimenti su scuola e formazione professionale sono ridotti al minimo mentre si pensa di fare norme che vanno ad intaccare un sistema di eccellenza, nato quando l’autonomia era al massimo e si facevano progetti innovativi». Anche per Zanella, di base, la norma non presenterebbe un riordino composito della materia. Mentre la soluzione vera, per l’esponente di Futura, sarebbe quella di «abbassare le tariffe, fino alla gratuità, dei nidi. Per lo zerosei e per migliorare il sistema educativo, quindi, non c’è bisogno della legge Masè, ma di investimenti».