curiosità
venerdì 28 Aprile, 2023
di Gabriella Brugnara
Vengono in Val di Cembra da tutta Italia e anche dall’estero spinti dalla passione per la pesca della trota Marmorata, uno dei pochissimi pesci autoctoni presenti nel nostro Paese. Lo fanno con la tecnica del «catch and release» (cattura e rilascio), basata sempre sul rilascio del pesce attraverso tecniche che mirano ad arrecare all’animale il minimo danno. Sono per lo più ragazzi giovani, che condividono la passione per il rituale della pesca, e trascorrono molte ore lungo il greto del torrente Avisio, risalendolo verso monte. Sono interessati prima di tutto a conoscere e a salvaguardare l’ambiente, ma anche a realizzare dei video che condividono attraverso il canale Youtube che si chiama «Angler Tube».
Aurelio Aniballi, si fa per noi portavoce di un gruppetto di pescatori amatoriali, provenienti da Ancona, che conosciamo durante la loro vacanza a Lisignago.
Aurelio Aniballi, che cosa porta lei e i suoi amici in Val di Cembra?
«Noi, come molti altri, scegliamo i vostri luoghi magici per incontrare la trota Marmorata, uno dei pochissimi pesci autoctoni presenti in Italia. Una specie a rischio di estinzione, estremamente pregiata, presente nell’alveo dell’Avisio anche grazie al lavoro di tutela e preservazione svolto dall’associazione “Pescatori dilettanti val di Fiemme”, in collaborazione con la Provincia di Trento. Siamo un gruppo di pescatori amatoriali e videomaker che creano contenuti video dedicati alla pesca sportiva. Attraverso il canale Youtube “Angler Tube” condividiamo le nostre esperienze in Italia e all’estero».
Con quale intento?
«Vogliamo raccontare la nostra passione per la pesca, dando molto spazio anche all’ambiente naturale. Si tratta di una pesca basata sui principi etici del “catch and release”, che prevede sempre un rilascio accurato del pesce. Adottiamo delle tecniche “nobili”, che si chiamano “spinning” e mosca”, e mirano a lasciare illeso l’animale. L’attività di pesca si svolge soprattutto in primavera e autunno, dalle prime ore del mattino fino al tramonto, dato che i periodi chiave dell’attività dei pesci solitamente si concentrano nei momenti di variazione di luce».
Possiamo entrare più nel dettaglio di queste tecniche?
«La nostra è una pesca “erratica”, una pesca che si fa in movimento nel senso che ci spostiamo molto. Entriamo in un tratto di fiume e risaliamo, percorrendo diversi chilometri verso monte, per individuare i punti prediletti dalla trota Marmorata. La sostanziale differenza con le altre pesche è che la nostra si basa su esche artificiali, che non danneggiano il pesce, e mirano a replicare le sue prede tipiche. Nello “spinning” si utilizzano dei piccoli pesciolini, nella “mosca”, invece, oltre a strumentazioni leggermente diverse, si usano degli artificiali che imitano gli insetti mangiati dai pesci, principalmente piccole mosche e larve».
Nell’opinione pubblica il concetto di pesca è però ancora legato all’idea tradizionale della cattura del pesce.
«In Italia, purtroppo, c’è ancora una concezione legata a vari decenni fa, per cui le trote si mangiano, come accade per la maggior parte dei pesci pescati. Un tempo ciò corrispondeva anche all’esigenza “di portare del cibo in tavola”, ma la conseguenza è stata una forte riduzione del nostro patrimonio ittico. Per questo, oggi la maggior parte dei pescatori ha adottato la tecnica del “catch and release”, con l’obiettivo di cercare di preservare la specie, e portare comunque avanti la passione della pesca».
Quali caratteristiche offre l’ambiente naturalistico dell’Avisio?
«Diciamo che rispecchia totalmente le aspettative dei pescatori, il suo alveo e l’ambiente in cui si inserisce sono ancora incontaminati, ricchi di roccia, muschi, licheni e boscaglia. Una natura ricca e selvaggia, ideale per la trota Marmorata, che è una specie la cui sopravvivenza è legata alla presenza di condizioni ambientali ottimali. Richiede infatti un certo clima, determinati livelli d’acqua e una serie di altri elementi. La tecnica del “catch and release” è più difficile da praticare e condizionata da una serie di fattori che non sono controllabili. È comunque la sola ammessa nei tratti protetti del fiume».
novità
di Redazione
Le caratteristiche di questa stanza consentono di mettere a proprio agio persone vulnerabili, nella delicata fase di narrazione e ricostruzione dei fatti subiti, soprattutto se ancora in fase pediatrica