Patti Digitali
domenica 19 Maggio, 2024
di Serena Torboli
No allo smartphone fino alla terza media. Gardolo e Meano siglano un patto tra famiglie, associazioni e territorio sull’uso responsabile della tecnologia.
Sala piena all’istituto Pedrolli per la presentazione dei Patti Digitali di Comunità, il progetto nato su iniziativa di un gruppo di genitori dell’Istituto Trento7: Michele Masè, che ha coordinato il gruppo di lavoro, ha illustrato, dati alla mano, i dati sull’incidenza dell’uso della tecnologia digitale sulle dipendenze e le raccomandazioni dei pediatri. I Patti mirano dunque a definire assieme le “regole di ingaggio” nella difficile trattativa dell’introduzione della tecnologia digitale, smartphone in primis, ai propri figli. A patrocinare l’iniziativa, le due circoscrizioni di Gardolo e Meano: «Mi ha colpito e commosso il progetto – ha commentato Giulia Bortolotti, Presidente di Meano – anche per la modalità coinvolgente con cui è nato: sono anche insegnante e vivo quotidianamente le conseguenze di questi aspetti sulla mia pelle». Anche la Presidente di Gardolo Gianna Frizzera annuncia la propria firma e promette di veicolarla su tutto il territorio di Gardolo.
Le statistiche mostrano un continuo anticipo dell’età di accesso alle tecnologie da parte di bimbe e bimbi, dovuto anche alla forte pressione sociale e commerciale a cui sono sottoposti i genitori, che spesso si trovano in difficoltà di fronte alle richieste insistenti dei loro figli e alla preoccupazione che il mancato accesso alla tecnologia li possa rendere isolati dai coetanei.
Ecco perché il patto: l’alleanza tra genitori e soggetti educativi (famiglia, scuola, istituzioni, associazioni…) è il modo per dare ai giovani un messaggio coerente ed efficace di comunità educante. L’iniziativa proviene dal professor Marco Gui del centro di ricerca “Benessere digitale” dell’Università Bicocca di Milano: l’assunto di base è che l’educazione digitale sia più efficace se viene offerta in modo coordinato da parte di una comunità. Con questa consapevolezza, prendendo spunto da analoghi esempi già sperimentati sul territorio nazionale (e, in Trentino, anche dall’Istituto di Pergine) nasce il Patto Digitale della Comunità di Gardolo e Meano. Sei le regole d’oro del patto che le famiglie sottoscrivono con i propri figli: attendere almeno la terza media per la consegna di uno smartphone personale connesso in rete, password condivisa con i genitori e monitoraggio delle attività online attraverso il parental control, definire insieme luoghi e orari per l’uso dello smartphone, sottoscrizione di un contratto alla consegna dello smartphone per responsabilizzarsi ad un uso consapevole, verifica che contenuti, app e social siano adatti all’età e usati quando consentito dalla legge.