istruzione
venerdì 22 Novembre, 2024
di Redazione
L’agenda per la parità di genere del Comune è entrata nelle scuole con quattro progetti che da ottobre a giugno 2025 affronteranno il tema della reciprocità, del rispetto, dell’affettività e della violenza con laboratori, incontri tenuti da esperti, workshop, cineforum, attività artistiche, esperienze teatrali e mostre d’arte.
«Da anni la formazione riguardo alla parità di genere è assente nelle nostre scuole. Si tratta di una lacuna grave, come dimostrano anche i gravi episodi di cronaca» ha commentato l’assessora alle pari opportunità Giulia Casonato, che ha affermato «Abbiamo la responsabilità di educare le nuove generazioni perché siano più capaci di riconoscere le emozioni e agire in base al consenso e rispetto reciproco».
Sono nove in totale i progetti finanziati con 45 mila euro dall’Amministrazione comunale. Ai quattro dedicati alle scuole si affiancano infatti i cinque rivolti alla cittadinanza, che fino a luglio 2025 offriranno numerose attività e occasioni di incontro.
Da ottobre a maggio 2025, l’associazione Zona Franca, in partnership con Arcigay del Trentino e i licei Scholl e Da Vinci, coinvolge sei classi quarte e quinte nel progetto Equilibri di genere. Venti ore per parlare di parità di genere e educazione sessuo-affettiva. Il primo passo è stata la compilazione di un questionario anonimo, proposto alla comunità scolastica per valutare opinioni e conoscenze sulle tematiche a partire dalle quali realizzare dei pannelli informativi da esporre a scuola. Giochi, video e discussioni tematiche stimoleranno invece la partecipazione degli studenti durante i laboratori. Con un approccio dialogico e basato sull’educazione tra pari, il percorso permetterà di acquisire conoscenze su affettività, sessualità, corpo, consenso e relazioni improntate al rispetto e alla reciprocità. Ai ragazzi, verrà infine chiesto di realizzare strumenti comunicativi per la divulgazione di quanto appreso all’interno del contesto scolastico.
Riconoscere e prevenire la violenza di genere è l’iniziativa proposta da Alfid – associazione laica genitori in difficoltà e istituto tecnico tecnologico Tambosi al personale docente, agli studenti che frequentano la scuola e alle loro famiglie per sensibilizzare su questo fenomeno così diffuso, ma poco dibattuto nelle aule scolastiche. Dopo un primo corso di aggiornamento dedicato ai professori nel mese di ottobre e un intervento rivolto ai genitori in quello di novembre, ha da poco preso il via il percorso dedicato alle sei classi coinvolte, che saranno coinvolte fino a gennaio 2025. Tre i formatori specialisti del settore che accompagnano i partecipanti: Emanuele Corn, dottore di ricerca in diritto penale all’Università di Salamanca e docente di diritto penale e violenza di genere all’Università di Antofagasta in Cile, Leandro Malgesini, sociologo e studioso di maschilità, e Ivan Pezzotta, psicologo e psicoterapeuta esperto di mascolinità, impegnato da anni in percorsi rivolti a uomini autori di violenza. In loro aiuto viene anche il linguaggio cinematografico, con le proiezioni dei film C’è ancora domani di Paola Cortellesi e Mia di Ivano de Matteo, e quello letterario, con la lettura del romanzo breve Mia di Antonio Ferrara.
Da gennaio a giugno 2025, Spazio Piera con il percorso We.art.club coinvolgerà i ragazzi delle superiori per discutere su corpo, identità, differenze di genere e loro rappresentazione artistica in una prospettiva intersezionale. Come espresso dal “We” del titolo, obiettivo del progetto è quello di creare uno spazio sicuro di dialogo e riflessione, nel quale ciascuno possa sentirsi libero di esprimersi, offrendo ai partecipanti nuovi e articolati strumenti per superare le difficoltà tipiche dell’adolescenza. Il percorso prevede incontri con professionisti e workshop artistici e si concluderà con l’organizzazione di una mostra dei giovani partecipanti.
L’associazione Bottom-Up riporta a Trento, per le scuole, il racconto-laboratorio Parole e Sassi del Collettivo Progetto Antigone, con Soledad Rivas. Con un allestimento semplice e scarno, fatto di parole e sassi, si compone di due parti inscindibili l’una dall’altra: il racconto e il laboratorio. L’attrice, prima di iniziare la storia di Antigone, fa un patto con la classe: se la riterranno importante, allora dovranno ri-raccontarla ad altri. Prima di andarsene, Soledad lascerà il copione e i sassi usati nel Racconto. Tutto si compie come in un rito, attraverso un testo accompagnato dall’uso di sassi-personaggio e una partitura gestuale fissa. Un rettangolo, segnato da una traccia rossa sul pavimento, delimita lo spazio della scena. Il Laboratorio è una “seconda navigazione poetica” dove le parti s’invertono, ora è il pubblico ad agire e parlare, a usare i sassi per raccontare come e in che parte di loro si è rifugiato il tragico di questa storia; ora è il pubblico a costruire metafore teatrali. La classe è come una piccola polis, una comunità che si nutre di molteplicità di emozioni, pensieri e di una ricchezza di opinioni, per questo è un deposito democratico della conoscenza.
Un lavoro autoprodotto dal Collettivo Progetto Antigone, che ha avuto dal 2012 al 2022 la direzione artistica di Letizia Quintavalla.
Le attività, rientranti nella cornice del protocollo d’intesa Città-scuola che ha tra le sue priorità la promozione del benessere e dell’inclusione, sono finanziate dal Bando per la parità di genere promosso dall’Amministrazione comunale.
Nell’ambito del Piano giovani di Zona Trento Arcimaga, è stato inoltre promosso il progetto Safe, che terminerà il 2 dicembre con una presentazione pubblica di due video sui temi legati alla violenza di genere. L’appuntamento con le studentesse e gli studenti che hanno realizzato i due prodotti è ad HarpoLab alle ore 18.