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venerdì 9 Giugno, 2023

«Con la street art miglioriamo la città». Parlano i writer di Trento

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La risposta dell’impresa che ripulisce: «Rispettare il patrimonio culturale»

La street art è una forma di arte che si classifica nello stile dell’arte moderna ed ha come peculiarità l’esposizione solo in luoghi pubblici, in modo tale da arrivare a più persone possibili. : chi espone questo tipo di arte viene chiamato writer.
Diffusa maggiormente tra le generazioni più giovani che hanno voglia di esprimere tramite quest’arte la propria idea, per farsi conoscere o semplicemente per abbellire spazi spogli e tristi della periferia urbana, anche a Trento si è fatta conoscere negli ultimi anni. I writers trasformano il mondo nella propria tela per trasmettere sensazioni, idee e rivoluzione. Tuttavia, tra arte e vandalismo il passo è breve. Negli ultimi anni le pratiche del writing e della street art vengono messe molto in discussione in quanto realizzate sui muri cittadini e non sempre nel pieno rispetto della legalità: i writers infatti non si limitano a esprimere la loro arte su muri predisposti dal Comune, ma come succede in periferia e persino nel centro storico scrivono su abitazioni private, sconfinando sempre più nel vandalismo. Per vandalismo si intende, la tendenza a compiere azioni di interdizione, danneggiamento o distruzione di beni materiali.
D’altronde, è giusto ricordare, che proprio nell’illegalità è nata questa forma d’arte e che solamente nei primi anni Duemila è stata riconosciuta ufficialmente come arte contemporanea e sono stati predisposti siti legali per praticarla in sicurezza.
Nelle scorse settimane abbiamo intervistato alcuni ragazzi che praticano il writing a Trento e abbiamo loro perché lo fanno e perché hanno scelto questa forma di espressione. Ci hanno risposto che per loro non è soltanto un passatempo ma una protesta sociale, oltre che un abbellimento delle parti più degradate della città. Uno di loro ha persino affermato che non vuole usare i muri predisposti dal Comune proprio perché in tal modo la pratica perderebbe il suo senso originario di protesta.
Per completezza abbiamo voluto conoscere anche la posizione di chi si trova «dall’altra parte». Silvia Voltolini, dipendente dell’impresa Nerobutto, addetta alla cancellazione dei graffiti sui muri di Trento, ci ha detto che «capisce la voglia di esprimersi e di portare la propria voce, ma ci sono modi e modi. La street art e il writing fanno ormai parte della nostra cultura artistica ma ci sono dei limiti da rispettare come il rispetto della proprietà privata e del patrimonio culturale». Continua poi: «Mi è capitato di effettuare interventi chimici su una pietra particolare, la monzonite, un marmo proveniente unicamente dalla cava di Predazzo ora dismessa e quindi non più reperibile, intervento che ha richiesto la rimozione, tramite agenti corrosivi, di uno strato superficiale di pietra; questo lo considero vandalismo ai massimi livelli poiché nonostante io possa pulire le scritte, i prodotti che dovrò utilizzare danneggeranno irreparabilmente il materiale». Ben venga quindi la voglia di sfogare la propria arte da parte di noi giovani ma è giusto mantenere un certo rispetto e senso civico poiché il costo di pulizia è il fattore meno rilevante a fronte del danno del patrimonio artistico pubblico.