Grandi carnivori
sabato 24 Agosto, 2024
di Simone Casciano
Per un efficace controllo degli orsi in Trentino i radiocollari sono fondamentali. Si tratta di un opinione condivisa da molti esperti che hanno analizzato la situazione in provincia tra cui Zibordi, Ciucci e Genovesi. Si tratta anche però di un’indicazione precisa mandata alla Provincia proprio da Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. È quanto emerge dal carteggio intercorso tra Ispra e la Provincia per la rimozione di Kj1 e ottenuto in esclusiva da Il T. Tra le carte ci sono i verbali di alcuni degli incontri ravvicinati avuti dalle persone con l’orsa, tra cui quello con il turista francese a seguito del quale è stata ordinata la rimozione dell’esemplare, e anche il parere di Ispra in merito alla richiesta di abbattimento presentata dalla Provincia.
Proprio nel parere di Ispra compare il passaggio sui radiocollari. Proprio dopo essersi espressa sulla rimozione dell’animale. In merito a Kj1 Ispra scrive di ritenere che «l’azione prevista dalla Provincia Autonoma di Trento è coerente con le indicazioni contenute nel Pacobace, che per comportamenti quali quelli mostrati da KJ1 suggerisce azioni più energiche, ossia la cattura con rilascio allo scopo di spostamento e/o radiomarcaggio, la cattura per captivazione permanente o l’abbattimento. Si ricorda che il Pacobace indica la necessità di individuare l’opzione gestionale più opportuna sulla base della pericolosità attribuibile all’individuo, sia tenendo conto dei comportamenti da questo esibiti, sia della sua storia, ossia il reiteramento di comportamenti pericolosi». Passando poi al più ampio tema della gestione Ispra si concentra sui radiocollari. «Si ritiene infine opportuno ribadire, al fine di una più efficace gestione di questa tipologia di eventi, l’importanza di procedere nell’apposizione di radiocollari su individui di orso potenzialmente problematici, come è possibile ritenere che fosse Kj1 prima dell’attacco», scrive Ispra. L’istituto spiega che la pratica di radiocollarare gli esemplari, specie quelli «potenzialmente pericolosi» e quelli «ad alto rischio» può permettere di «i seguire un individuo in tutti i suoi spostamenti, identificando situazioni di potenziale criticità altrimenti non rilevabili, quali ad esempio la permanenza in un’area più antropizzata e/o lo spostamento dell’attività verso le ore diurne piuttosto che durante quelle notturne in cui la presenza umana è minore, e facilitando inoltre eventuali interventi di gestione degli individui». L’istituto spiega che «l’apposizione di radiocollari può permettere di intervenire in modo più efficace sugli esemplari con interventi di dissuasione e prevenzione, permette inoltre la rapida determinazione degli esemplari responsabili di interazioni orso-uomo consentendo un rapido intervento, necessario in situazioni di pericolo, tra cui anche la rimozione dell’individuo dal territorio». Ispra però sottolinea anche come sia importante comunicare alla popolazione che i radiocollari non possono «prevenire le interazioni tra orsi e uomini», insomma non vanno considerati la panacea di tutti i mali, ma un valido strumento che in questo momento in Trentino non è stato utilizzato al massimo delle sue potenzialità. Per questo motivo Ispra conclude raccomandando «di aumentare l’applicazione di radiocollari, sia nel caso di individui con comportamenti potenzialmente critici, sia in aree prioritarie (ad esempio le aree dove ancora non sono stati messi in sicurezza i cassonetti)».