fiemme e fassa

domenica 16 Luglio, 2023

Fiemme, specialisti a caccia di chi non studia né lavora

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Ecco i «cacciatori» di Neet: tre operatori specializzati nell’intercettare chi è ai margini

Val di FiemmeIn Val di Fiemme e Fassa operano tre link workers. Sono dei professionisti operativi sul territorio che hanno lo scopo di intercettare i ragazzi Neet (not in education, employment or training), ossia i giovani tra i 15 e i 34 anni che non studiano, non lavorano, non ricevono una formazione. Un fenomeno diffuso, particolarmente in Italia, dove raggiunge picchi del 27% , una percentuale record rispetto alla media europea che si attesta attorno all’11,7%.
Il Trentino, assieme al Portogallo, è stato scelto come sito pilota per il progetto europeo Cope (Capabilities, opportunities, places and engagement) che mira all’inclusione sociale, lavorativa e al benessere dei giovani neet.
Corrado Menegatti lavora per la Cooperativa Sociale Oltre di Carano- Ville di Fiemme, ed è stato formato assieme ad altri due professionisti che gravitano attorno al mondo del terzo settore, (ossia operatori sociali o educatori professionali) per avvicinare i giovani in difficoltà ed essere la figura ponte tra i giovani neet e la comunità.
Non è un’impresa facile. In Trentino si stima ci siano circa 15.000 neet; in questo momento in Val di Fiemme e Fassa ne sono stati presi in carico una decina, ma il progetto è appena partito. L’obiettivo è di arrivare a intercettarne almeno 300 entro il 2023 su tutto il territorio provinciale. I motivi per cui un giovane si ritrova in una tale situazione di vulnerabilità possono essere molteplici: possono scaturire banalmente da una scelta scolastica sbagliata, o annidarsi più in profondità, come nei casi di situazioni famigliari difficili, o in presenza di disabilità o momenti di instabilità mentale. Spesso a ritrovarsi ai margini della società sono persone con un basso reddito o basso livello di istruzione, o giovani provenienti da un contesto migratorio. O ancora ragazzi che hanno dovuto affrontare una malattia. È il caso di Mario, il nome è di fantasia, un ragazzo della Valle di Fiemme: per un anno la salute gli ha impedito di avere un’occupazione e al termine della sua battaglia privata si è ritrovato privo di punti fermi e riferimenti. Grazie a un percorso personalizzato costruito assieme al suo link worker Corrado, Mario si è riattivato e ora sta seguendo un tirocinio presso un’azienda privata della zona. Un primo importantissimo passo per riguadagnare autonomia e autostima, avere l’opportunità di creare legami sociali, con la garanzia di essere sostenuto psicologicamente e nel tempo.
Riconoscere di trovarsi in difficoltà non è così scontato, anzi, capire di non potercela fare da soli è lo scoglio più grande. Ci si ritrova ingarbugliati in un circolo vizioso in cui si guarda al futuro, ma si resta nel presente perché il futuro mette ansia. Non si riesce a dare il giusto ordine alle priorità, rimanendo immobili.
Corrado Menegatti sottolinea come il problema c’è ed è urgente. È importante cercare aiuto all’esterno, senza provare vergogna. Il progetto vuole essere un volano per riattivare le proprie competenze e ripartire come persona, si rivolge a tutti i giovani in difficoltà, non necessariamente con una storia difficile alle spalle. Ci si può rivolgere spontaneamente ai link worker, ma le segnalazioni possono arrivare anche dal territorio, dalle famiglie, dalle istituzioni. Corrado e i suoi colleghi, assieme a Sabrina Herzog, referente del progetto a livello provinciale, saranno presenti quest’estate sui banchetti di vari mercatini della valle per dare informazioni e promuovere il progetto. Chi volesse saperne di più può scrivere una mail a cope.trentino@provincia.tn.it o telefonare al 335.8276692. In caso di mancata risposta, niente panico: verrete richiamati al più presto.