L'anniversario

domenica 10 Novembre, 2024

Lavis, il coro d’istituto festeggia vent’anni: «Palestra di canto che rimane»”

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Fondato nel 2004 dal maestro Conci: «Tanti coltivano la passione anche da grandi»

Con l’inizio del nuovo anno scolastico, l’Istituto Comprensivo di Lavis ha festeggiato un importante traguardo: i vent’anni del coro. L’iniziativa nacque nel 2004 dal desiderio di dotare la scuola di un coro di voci bianche: il maestro Ludovico Conci, insegnante di musica presso l’istituto, decise di unire due classi, una quarta e una quinta. Qualche mese dopo, il gruppo fece la sua prima uscita ufficiale in occasione di una cena di beneficenza e, visto il notevole apprezzamento, l’anno successivo il maestro estese l’invito alla partecipazione anche ad altri alunni delle classi quarte e quinte.
Per molti anni le alunne e gli alunni del coro si ritrovavano per le prove in orario extrascolastico per un’ora circa settimanale. Il numero era abbastanza contenuto (da un minimo di 23 ad un massimo di 32 elementi) per il semplice motivo che questi ragazzi impegnavano un’ora del loro pomeriggio libero per prodursi nel canto corale. Gli anni passano velocemente e, grazie anche ad una proficua collaborazione con l’assessorato alla cultura del Comune, il coro viene chiamato sempre più spesso ad allietare gli eventi della comunità. Sempre molto apprezzato per il repertorio e per la cura delle voci, il coro si confronta anche con altre realtà frequentando rassegne corali specifiche per la scuola, invitato da altre realtà musicali come, ad esempio, la prestigiosa Corale Polifonica di Lavis, oppure partecipando a concorsi corali.
«Ricordo ancora con emozione l’esibizione al concorso corale di Vittorio Veneto – racconta il maestro Ludovico Conci – dove a sorpresa, nel 2010, il coro si aggiudicò un riconoscimento speciale come “miglior coro scolastico” al Concorso Nazionale, piazzandosi al quarto posto assoluto a pochissimi decimi di punto dal terzo classificato». Sempre a quegli anni risale il primo premio assoluto al concorso nazionale «Accordarsi è possibile» organizzato dalla scuola media di Gardolo, e altri lusinghieri piazzamenti ad altri concorsi nazionali dove si presentò assieme all’orchestra di flauti dolci dell’Istituto.
Dal 2017, la maestra Daria Girardi, anche lei musicista, affianca il maestro Ludovico nella preparazione e direzione del coro in quanto il gruppo, col passare degli anni, era aumentato di numero, raggiungendo in qualche annata, anche i 100 componenti, distribuiti tra i vari plessi di Lavis, Pressano e Zambana. Nel 2020 la pausa forzata dovuta alla pandemia, che costringe l’istituto ad accantonare temporaneamente l’iniziativa, almeno fino allo scorso anno, quando finalmente è potuta ripartire a pieno regime, con gli alunni liberi da mascherine, restrizioni e distanziamenti.
«In questo secondo anno di ripresa – conclude il maestro – stiamo ricostruendo con molta pazienza una realtà molto importante all’interno delle molteplici e molto valide iniziative della scuola. Noi maestri siamo costruttori di castelli di sabbia: iniziamo a settembre con la materia grezza e, quando a giugno la scuola si chiude, il castello è bello, pronto ma le vacanze ci portano via come un’onda il lavoro nostro e dei coristi; così a settembre si ricomincia. Certo, magari qualcuno continua ancora per un anno ma, per come abbiamo deciso di strutturare il percorso, non più di uno in quanto l’esperienza è aperta agli alunni di quarta e quinta classe. Rimangono comunque i bellissimi ricordi di tanti bei castelli diversi: piccoli ma ben curati, maestosi, forti e fragili. E i ricordi rimangono anche nei piccoli-grandi coristi che portano con loro un’esperienza unica fatta di impegno, disciplina, concentrazione, emozioni multicolori, scoperta della propria voce e degli effetti che provoca fondendosi con quella degli altri, luoghi, luci, applausi. Ho avuto la soddisfazione di vedere tanti ex coristi continuare a coltivare la propria voce alla scuola media e poi anche oltre, raggiungendo lusinghieri traguardi musicali. Per questo motivo, alla fine, mi sento di dire che seppur la sabbia sia stata spazzata via dalle estati tra un anno scolastico e l’altro, se n’è ritornata al mare profondamente trasformata, arricchita e pronta ad intraprendere le nuove strade che la vita offre».