l'emergenza

mercoledì 30 Agosto, 2023

Lotta ai gamberi «alieni» nel Lago Costa, già scattate le catture

di

I biologi della Fondazione Mach in un mese hanno rimosso 180 esemplari della Louisiana e 100 americani, entrambe specie invasive e alteranti

Sono da una parte vittime di azioni umane (perché sono stati immessi in un ambiente al quale non appartengono) e d’altra parte si trovano (letteralmente) fuori luogo nelle acque trentine e diventano un problema serio per gli ecosistemi dove arrivano: sono i gamberi della Louisiana, una specie alloctona. Sono stati ritrovati di recente dalla Fem -Fondazione Edmund Mach in numero cospicuo anche nel lago Costa (che è una Riserva, in quanto biotopo). Sono stati rimossi e soppressi, per tutelare la biodiversità, azione dovuta per legge e auspicata da biologi ed ecologi. Sono l’ennesimo segnale di squilibrio negli ecosistemi indotto dall’uomo. A luglio avevamo incontrato in azione sul laghetto perginese i ricercatori dell’Unità di Idrobiologia del Centro Ricerca e Innovazione della Fem, mentre svolgevano controlli e rimuovevano i gamberi alieni, su incarico della Rete di Riserve del fiume Brenta, in collaborazione con l’ufficio Biotopi del Servizio sviluppo sostenibile e aree protette della Provincia autonoma di Trento. Le prossime campagne di prelievo, che sono impegnative per il tempo che richiedono – come ci spiega la ricercatrice Fem, Maria Cristina Bruno, responsabile dell’attuazione del piano di gestione del gambero di fiume (A. pallipes) in Trentino – dovrebbero procedere con l’aiuto anche dei pescatori locali. Il Servizio Bacini Montani a settembre dovrebbe inoltre realizzare delle trappole per gamberi sul lago: la questione è in capo alla Provincia, dal momento che è informata dai tecnici. Intanto sono già stati rimossi (e soppressi) 180 esemplari di gambero della Louisiana e 100 di gambero americano Faxonius limosus, per il quale è da tempo in corso l’azione di eradicazione. Mentre pattugliavano in gommone il lago, i biologi hanno rinvenuto anche il secondo crostaceo, cioè appunto il gambero rosso della Louisiana, Procambarus clarkii, considerato potenzialmente più dannoso per l’ambiente, finora noto in Trentino solo nel lago di Lagolo. «Entrambe le specie da normativa europea sulla prevenzione dell’introduzione di specie aliene invasive, devono essere eradicate, non possono essere prelevate, trasportate, immesse in natura – spiega ancora la ricercatrice Fem – chissà come è arrivata in così breve tempo una popolazione così abbondante nel Lago Costa, dove fino allo scorso autunno non risultava presente (mentre il gambero americano è presente dal 2021)». Va ricordato che il Lago Costa è un’area protetta classificata come Zona Speciale di Conservazione (secondo la direttiva europea «Habitat»), quindi doppiamente tutelata, dalla legge provinciale ed europea. Le due specie di gamberi di origine nordamericana sono fortissimi competitori, con crescita veloce ed elevati tassi riproduttivi. Sono anche potenziali vettrici della peste del gambero, la più importante malattia infettiva dei crostacei d’acqua dolce, che può provocare gravi morie tra le popolazioni di gambero indigene europee. Il gambero della Louisiana, di taglia maggiore, esercita una forte predazione su piccoli pesci, anfibi, invertebrati, causando forti alterazioni agli ecosistemi lacustri e fluviali. Può aggirare chiuse e manufatti idraulici che sbarrano i corsi d’acqua superandoli, percorrendo fino a una decina di km «via terra». Serviranno dunque anche analisi di tipo parassitologico, per capire se questi alieni siano anche effettivamente forieri di patogeni indesiderati e pericolosi per gli ecosistemi locali.