L'impresa

martedì 9 Aprile, 2024

L’esploratore Yanez Borella: dal Muse al Pakistan 10mila chilometri in bici sulle vie dell’acqua

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Un viaggio su due ruote in quattro mesi per monitorare lo stato di salute dei ghiacciai

Dopo essere stato, nei mesi scorsi, sui più importanti ghiacciai italiani per documentare il loro grado di sofferenza a causa del riscaldamento globale, l’esploratore e ciclo-viaggiatore di Fai della Paganella Yanez Borella, domani mattina partirà, su una speciale bicicletta a energia rinnovabile, dal Muse di Trento per raggiungere la catena montuosa del Karakorum, in Pakistan. L’obiettivo del viaggio, dal titolo «Water Highway», organizzato in collaborazione con il Muse, il Parco naturale Adamello Brenta e l’Apt Dolomiti Paganella, è di raccontare lo stato di salute delle principali coltri ghiacciate del nostro pianeta che devono fare i conti con la crisi climatica, con il conseguente problema della siccità diventata drammatica per numerose popolazioni della Terra. Filo conduttore del progetto è infatti l’acqua, risorsa sempre più preziosa da preservare e gestire in maniera sempre più consapevole.
Durante questa nuova avventura, della durata di quattro mesi, l’esploratore di Fai percorrerà oltre 10.000 chilometri attraverso dieci Paesi, a cavallo di una bicicletta alimentata da una batteria elettrica e da una ricarica solare tramite un pannello fotovoltaico e trainando l’ormai immancabile carrello (diventato di fatto il suo marchio di fabbrica) con tutto l’equipaggiamento alpinistico necessario per le scalate e la sussistenza.
Il film documentario
«Domani mattina – ci racconta Yanez Borella – partirò da Fai della Paganella per il Muse di Trento, partner scientifico dell’iniziativa. Con i ricercatori dell’ambito di ricerca Clima ed ecologia del Muse, Valeria Lencioni, Mauro Gobbi e Christian Casarotto, durante questi mesi abbiamo condiviso dati, informazioni e contatti utili al progetto, individuando anche i ghiacciai più importanti che risalirò con gli sci o con i ramponi». A differenza di altre avventure, questa volta Yanez Borella affronterà il tragitto da solo, ad eccezione di alcune tappe, nelle quali sarà raggiunto da una troupe cinematografica.
«Sì, il viaggio sarà raccontato anche attraverso un film documentario, con la regia di Guia Zapponi e in collaborazione con Gfilm productions e Busacca video – spiega ancora Yanez Borella –. Un obiettivo questo che mi ero prefisso sin dall’inizio e che ritengo importante per coinvolgere ancora di più le persone sul tema dell’acqua e della siccità, in relazione ai cambiamenti climatici in atto. Il progetto del film è tuttavia molto costoso, per questo ho chiesto l’aiuto delle persone che credono nel progetto, lanciando una raccolta fondi attraverso un crowdfunding sulla piattaforma eppela.com».
L’esploratore di Fai della Paganella lungo il tragitto attraverserà montagne, deserti e numerosi Paesi, tra cui, la Grecia, l’Albania, la Turchia, l’Iran, il Turkmenistan e l’Uzbekistan, avendo come meta, in Pakistan, la scalata del Gasherbrum VII, una cima di quasi settemila metri di quota. «A causa della crisi internazionale e dei conflitti in corso – aggiunge Borella – uno degli aspetti più impegnativi dell’organizzazione del viaggio è quello dei visti per raggiungere i vari Paesi che dovrò attraversare. Per alcuni di questi so già che sarà difficile ottenere il permesso, pertanto ho già previsto dei percorsi alternativi».

Sci, ramponi e piccozza
Yanez affronterà le scalate previste durante il viaggio in solitaria, utilizzando, a seconda dei casi, gli sci d’alpinismo o i ramponi e la piccozza. Nei deserti i problemi maggiori saranno costituiti dalle tempeste di sabbia, con il rischio di perdere la strada, e in alcuni casi dai serpenti. «Ho già affrontato questo genere di problemi – commenta l’esploratore –, farò quindi tesoro delle precedenti esperienze, ma non nascondo che tutto questo rappresenta una parte affascinante del viaggio, il fatto di trovarsi a tu per tu con la natura e le nostre paure e quindi con noi stessi. Ma un aspetto davvero straordinario di un viaggio di questo genere sono le persone che incontri, di culture diverse, spesso molto lontane dalle nostre, ma sempre pronte ad aiutarti, a invitarti a casa propria anche se umile, per condividere un piccolo pranzo o una tazza di tè. Incontri che ti fanno capire quanti pregiudizi ancora caratterizzano il nostro modo di vivere e di essere».
Tecnico esperto d’innevamento programmato (lavora per la società degli impianti di risalita Paganella 2001) Yanez Borella non è nuovo a questo genere di imprese. Nel 2019 ha raggiunto, dal Trentino, la Cina, sempre in bicicletta. Poi ha percorso il “Sentiero della Pace” di corsa, 500 chilometri con circa 30 mila metri di dislivello e nel 2022 il viaggio a pedali “Soul Bears”, sempre in collaborazione con il Muse e il Parco naturale Adamello Brenta, sulle tracce degli orsi bruni europei.
Questa nuova avventura che porterà Yanez Borella in giro per il mondo vuole essere soprattutto una metafora: la storia del viaggio di una goccia d’acqua che nasce in un ghiacciaio e arriva fino ai rubinetti delle nostre case. Un viaggio sempre più difficile, costellato di incognite, ma dal quale, come l’esploratore, dipende anche la nostra vita.