I dati
martedì 27 Agosto, 2024
di Davide Orsato
Più di uno al giorno, facendo la media. Una vicenda, tristemente, quasi quotidiana. I pronto soccorso del Trentino hanno a che fare, sempre più spesso, con atti di autolesionismo. Sono stati 376 nel 2023: si tratta del dato più alto di una lunga serie. Lo fa sapere l’Ispat, l’istituto provinciale di statistica, nell’aggiornamento dell’annuario trentino. Il numero è preoccupante, in quanto è sia il più altro di una serie registrata dalla statistica locale dal 2002, ossia da 22 anni, sia perché conferma un trend di crescita, «esploso», in particolare, dal 2020, l’anno della pandemia. Nel 2002, infatti, i pronto soccorso avevano preso in carica 163 pazienti feritisi a seguito di atti autolesionistici; nel 2015 sono stati 196; nel 2020, 260 e 318, nel 2022. La crescita in un ventennio è stata del 131%, del 18% in un anno solo. Il fenomeno preoccupa da tempo gli psicologi.
Giovani e anziani
«Da un certo punto di vista siamo davanti a un rebus — spiega Roberta Bommassar, presidente dell’ordine degli psicologi del Trentino — perché negli ultimi anni abbiamo visto eccome, soprattutto tra gli adolescenti, un aumento di episodi autolesionistici». Prima, però, va definito bene il campo: il dato che arriva dai pronto soccorso, infatti è la sommatoria di situazioni particolarmente gravi — tali da richiedere, per l’appunto, il passaggio in ospedale — tra cui si contano anche i tentati suicidi. «Sono fenomeni decisamente diversi — prosegue Bommassar — gli atti di autolesionismo, molto diffusi tra i più giovani e che occasionalmente possono essere gravi non sono generalmente gesti anticonservativi: cioè che vanno contro la propria sopravvivenza. Non c’è ancora una spiegazione condivisa, ma l’impressione è che sia un disperato tentativo di “provare qualcosa”, ecco perché avviene spesso attraverso tagli». Per quanto riguarda i tentativi di suicidio, «risultano in aumento tra la popolazione anziana», sottolinea Bommassar.
Violenza in aumento
C’è un altro dato preoccupante, benché meno netto. Il 2023 ha visto anche un aumento importante (+7%) degli accessi ai pronto soccorso per trauma derivante da violenza altrui. Sono 1.540 i casi registrati dall’Ispat, oltre cento in più rispetto ai 1.418 dell’anno precedente. In questo numero ricadono tutti gli utenti con ferite di diverso tipo (traumatico, da taglio) a seguito da aggressione. Si tratta di una dato piuttosto stabile nella serie (nel 2002 i casi erano stati pochi meno: 1.494) ma che nell’ultimo decennio aveva visto un calo, fino a scendere nel 2020 a quota 1.010).
Gli altri dati
In lieve aumento rispetto al 2022 anche gli interventi sugli incidenti sul lavoro: sono stati 6.416, circa 150 in più rispetto ai 6.284 del 2022. Il 2023 è stato anche un anno difficile sotto il profilo della mortalità sul posto di lavoro ma, in generale, la tendenza degli incidenti più lievi è in netta diminuzione: vent’anni fa, infatti, se ne registravano quasi il doppio.
In calo anche gli incidenti domestici, con uno dei dati più bassi della serie (4.772 gli interventi in pronto soccorso, circa mille in meno all’anno precedente). Più sicurezza anche nelle scuole, che scendono sotto i mille, un dato curiosamente paragonabile all’anno del lockdown. Sono stati 729 gli alunni e gli studenti portati in pronto soccorso a seguito di traumi avvenuti all’interno di edifici scolastici (o in gita…). Nel 2022 erano stati ben 1.529 e ne le 2020, per l’appunto, 740. Nel complesso, i pronto soccorso della provincia (Santa Chiara generale, a cui si affiancano quello ginecologico, quello oculistico, il pediatrico e l’ortopedico, quindi Rovereto, Cles, Borgo Valsugana, Tione, Cavalese) hanno lavorato più dell’anno scorso: 220.728 gli interventi totali, con un aumento dell’1,6% rispetto ai 217.237 interventi del 2023.