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venerdì 24 Febbraio, 2023

Quando la terra trema, l’unione fa la forza

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Guardando al terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria alcuni giorni fa, sono moltissimi i Paesi che si sono mobilitati inviando squadre di soccorritori e aiuti di ogni genere

Chi fa da sé fa per tre, dice un famoso detto. Qualche volta è anche vero che a fare da soli si fa prima e ci si risparmia la fatica di mettere d’accordo diverse idee. Tuttavia, da sempre, l’uomo è portato a mettersi insieme, riunirsi in gruppo, in comunità o quantomeno a stringere delle alleanze. Come mai? Pensate se doveste realizzare un progetto. Meglio farlo da soli o in gruppo? Da soli potrebbe sembrare più facile ma in realtà, se ci si dà delle regole, farlo insieme fornisce innumerevoli vantaggi: si hanno più risorse, ci si mette meno tempo, si possono raggiungere obiettivi più complessi, ecc. Insomma in realtà, lo impariamo già da piccoli che l’unione fa la forza. E tutto questo vale anche se riportato a livelli più alti. Non c’è, per esempio, nessuno Stato al mondo che non dipenda in qualche modo da altri. Abbiamo visto molto chiaramente come la guerra in Ucraina abbia toccato tutti i Paesi che sono legati ad essa per via di scambi commerciali o alleanze politiche. Nel mondo di oggi tutto è collegato in una grande rete e fare a meno di questi legami ormai è impossibile, oltre che non conveniente. Guardando all’immensa tragedia che ha colpito la Turchia e la Siria alcuni giorni fa possiamo chiederci: come potrebbe mai uno Stato da solo far fronte ad un’emergenza del genere senza aiuti esterni? Dalle Nazione Unite, all’Unione Europea, dalla Cina al Giappone, dagli Stati Uniti all’India, da Israele agli Emirati Arabi Uniti, dalla Russia all’Ucraina: sono moltissimi i Paesi che si sono immediatamente mobilitati inviando squadre di soccorritori con personale specializzato e cani addestrati, medici e medicinali, ospedali da campo e aiuti di diverso tipo. Si sono mosse anche tutte le organizzazioni umanitarie come ad esempio la Croce Rossa, Medici Senza Frontiere, l’Unicef e molte altre, che hanno anche attivato raccolte fondi attraverso cui ogni persona può dare il proprio contributo con donazione di denaro semplicemente con un clic.
In poche ore si è messa in moto una grande macchina operativa che coinvolge tutto il mondo. Pensate solo 100 anni fa come poteva essere diverso. Il 28 dicembre 1908 ad esempio, in Sicilia, ci fu un terribile terremoto nella città di Messina. Testimonianze dell’epoca dicono: «Diffusa la notizia iniziò per la prima volta nella storia una corsa all’aiuto per i terremotati. In tutta Italia si crearono centinaia di comitati spontanei per portare soccorsi, raccogliere denaro e generi di prima necessità». Considerando i tempi, quello che può stupire è che non si mobilitò solo l’Italia. Anche Paesi esteri legati alla città, come ad esempio gli Stati Uniti o la Germania inviarono navi, viveri e altri aiuti. Tutti questi aiuti, considerando che si parla di più di cento anni fa, furono davvero straordinari ma, potete immaginare, arrivarono anche molti giorni più tardi. Si legge poi nei racconti che quello che mancò fu soprattutto l’organizzazione e la coordinazione. Non c’era a quel tempo, in Italia, una struttura come la Protezione Civile che ha tra le sue funzioni proprio quella di coordinare i soccorsi e avviare le attività necessarie in caso di eventi straordinari.
Oggi abbiamo inoltre mezzi di comunicazione, possibilità di spostamenti, istituzioni anche internazionali che possono occuparsi di aiuto e soccorso. Certo è una «macchina» non perfetta e ci sono ostacoli che non sempre è facile superare. Per esempio, per l’emergenza terremoto di questi giorni, è molto più semplice far arrivare gli aiuti in Turchia che in Siria perché la Siria è uno Stato in guerra, governato da un dittatore, isolato dall’occidente, e dove i territori attraverso cui si poteva più facilmente fare entrare gli aiuti sono stati distrutti dal terremoto. Sarà una sfida fondamentale, dice anche l’Onu, trovare canali per far arrivare i soccorsi anche a questa popolazione perché le vite umane sono vite, al di là di qualsiasi situazione politica.