Salute
giovedì 6 Aprile, 2023
di Simone Casciano
I dati sull’uso di pesticidi in agricoltura non sono facilmente ottenibili. Quelli che hanno strappato il velo sulla situazione in Val Venosta sono arrivati se non per errore quasi per caso, per via di una causa intentata dagli agricoltori stessi contro un’associazione ambientalista.
Anche se non è facile tracciare quanti e quali trattamenti vengono fatti c’è un numero, dice il WWF, che può dare un’idea della situazione nel nostro paese: l’Italia è il secondo mercato per i pesticidi in Europa.
Più in generale, spiega l’associazione, «Il consumo globale di pesticidi è in aumento, con un mercato che ha raggiunto un valore di 84,5 miliardi di dollari nel 2019, con tasso di crescita inarrestabile che quest’anno raggiungerà l’11,5%, sfiorando i 130,7 miliardi di dollari. E l’Italia? Nel 2020 in Italia sono stati venduti 125 milioni di kg di sostanze chimiche per l’agricoltura, 5,2 kg/ettaro, nonostante le conseguenze sulla salute e sull’ambiente siano note e sempre più approfondite. Nel 2021 la SAU (superficie agricola utilizzata) coltivata senza veleni in Italia era ancora solo il 17,4%».
Secondo il WWF la situazione deve cambiare perché l’uso massiccio dei pesticidi incide su salute e biodiversità. «Oltre alla perdita di biodiversità (in primis di insetti impollinatori) – scrive l’associazione – L’uso di pesticidi determina la perdita di fertilità dei suoli e il progressivo inquinamento delle falde acquifere, costituendo una contaminazione planetaria che interessa ormai tutti gli ecosistemi e le persone. Infatti, queste sostanze o i loro metaboliti si ritrovano moltissimi alimenti e organismi, compreso l’uomo ed è ormai scientificamente provato che, non solo l’avvelenamento acuto, ma anche l’esposizione cronica a basse dosi di pesticidi (per esempio attraverso il consumo di alimenti, acqua, aria che ne contengono i residui), comporta un incremento del rischio di patologie cronico-degenerative quali cancro, diabete, disfunzioni respiratorie, neurologiche, cardiovascolari, immunitarie, riproduttive e metaboliche. Ancora più nociva per la nostra salute è la presenza del multiresiduo, più sostanze chimiche che prese singolarmente, rientrano nei parametri di Legge, ma insieme determinano un “effetto cocktail” ancora largamente sconosciuto, ma potenzialmente molto più pericoloso».
Tra i soggetti più a rischio secondo il WWF ci sarebbero donne e bambini.
Di fronte a questo scenario, conclude l’associazione: «l’unica soluzione è l’agricoltura biologica. In tutto il mondo vi sono realtà che dimostrano che un futuro agroecologico è possibile. Sempre più città, Stati e regioni cercano di abbattere l’uso dei pesticidi o persino di bandire completamente gli agenti chimici dai campi e nelle aree di verde pubblico. La Strategia Farm to Fork dell’UE indica l’obiettivo della riduzione del 50% dell’uso dei pesticidi entro il 2030 a livello europeo. Con il Regolamento SUR per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari in agricoltura, proposto dalla Commissione europea e adesso in discussione al Parlamento, questi obiettivi vengono declinati a livello di singoli Stati membri e diventeranno vincolanti. Per l’Italia è stato fissato l’obiettivo ambizioso di riduzione del 62% entro il 2030, proprio perché siamo un o dei maggiori utilizzatori a livello europeo».
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