Sport

domenica 30 Giugno, 2024

Sci, corsa e ciclismo: la Marcialonga cresce. Corradini: «Fa bene a valli e turismo»

di

Il presidente onorario di Worldloppet, associazione che raggruppa le principali gare long distance, si aspetta entro luglio il tutto esaurito per la competizione

Dici sci di fondo e dici inevitabilmente Marcialonga: un’istituzione nel mondo delle maratone legate allo sci nordico, che nelle Valli di Fiemme e Fassa rivive ogni anno grazie all’impegno degli uomini che la organizzano. A dirigere le operazioni è Angelo Corradini, uomo di grande esperienza internazionale, che negli scorsi giorni ha avuto l’onere e l’onore di diventare Presidente onorario della Worldloppet. Associazione che raggruppa tutte le più importanti e prestigiose gare long distance, Corradini in passato è stato anche Presidente in via ufficiale ed ora si prepara a intraprendere questa nuova avventura. Alla prossima Marcialonga mancano ad oggi quasi sei mesi: il 26 gennaio 2025, infatti, prenderà il via da Moena l’edizione numero 52, che conta già numeri da capogiro. Gli inverni non sono più quelli di un tempo, ma la Marcialonga non passa mai di moda, registrando sempre un boom di presenze specialmente dai paesi scandinavi. Un fenomeno che non si vuole fermare, cercando di portare gioia e divertimento a chiunque voglia cimentarsi con gli sci ai piedi.
Angelo Corradini, in Wordloppet la si è vista ricoprire diversi ruoli, fino ad arrivare ad oggi che è Presidente onorario. Che obiettivi si pone?
«Mi preme innanzitutto dire che si tratta di un’associazione di volontariato, non sono incarichi professionali. La mia figura sarà rappresentativa. La Worldloppet è una bella organizzazione, con base in Estonia, che raggruppa le più grandi gare di sci di fondo: abbiamo diversi riconoscimenti per coloro che partecipano, come il diploma e la medaglia di ‘Master Wordloppet’ per chi corre e porta a termine un certo numero di competizioni. Ad oggi, più di 20 mila persone hanno acquistato il passaporto Worldloppet, mentre più di 6 mila hanno concluso il numero minimo di 10 gare. È il nostro modo per gratificare gli atleti con eventi di alto livello. Uno di questi è la nostra Marcialonga. Tutte le 20 gare appartenenti a Worldloppet creano un indotto promozionale ed economico a tutto tondo, il che non fa mai male. Fermo restando che a noi preme l’aspetto ludico e divertente della competizione».
Marcialonga, dunque, rappresenta per le Valli di Fiemme e Fassa un simbolo per il turismo, oltre che per lo sport. I numeri cosa dicono?
«In generale, stando ai dati, siamo un’organizzazione che fa bene al turismo. Gli atleti che vengono alla nostra corsa alloggiano quasi tutti negli alberghi della zona. È un indotto che fa bene alle valli: se ci affidiamo ai numeri, una ricerca fatta qualche anno fa diceva che Marcialonga portava circa 50 mila pernottamenti turistici ogni anno, per un fatturato complessivo pari a 10 milioni di euro. Sono dati che poche manifestazioni riescono a portare e questo non può che renderci contenti e soddisfatti».
Come anticipato, il prossimo 26 gennaio Marcialonga festeggerà la 52° edizione. Come procedono i preparativi?
«C’è da dire che sono terminati i tempi delle grandi partecipazioni, anche se Marcialonga riesce ancora a salvarsi da questi inevitabili problematiche. Allo stato attuale, abbiamo 2500 numeri che abbiamo consegnato agli alberghi delle valli di Fiemme e Fassa per i famosi pacchetti. Ulteriori 2000 pettorali li abbiamo dati alle agenzie scandinave per favorire il turismo proveniente dai paesi del nord, più altri 2000 atleti che già si sono iscritti. Poi, lanceremo un’altra ondata di iscrizioni online a fine luglio per raggiungere il ‘sold out’. Come dicevamo, l’inverno scorso non è stato fortunato per via del meteo e questo ha influito su tanti eventi. Le nostre ultime edizioni annullate sono state nel 1989 e nel 1990, dopodiché abbiamo deciso di investire nella tecnologia ed il progetto ha ripagato. Di nostra proprietà, abbiamo trenta cannoni per la neve, quattro mezzi battipista e tutte le attrezzature del caso. Un magazzino capiente ed un discreto patrimonio di proprietà con cui riusciamo a produrre, in pochissime notti, la neve sufficiente per la gara. Mi piace sottolineare che, per produrre neve artificiale, ci servono solo aria fredda ed acqua, nulla più. Certo, il sacrificio economico è oneroso, ma viene ripagato dall’affluenza dei tanti appassionati».
Tutte mosse che hanno migliorato Marcialonga nel corso degli anni. Come si compone la macchina organizzativa?
«Oltre agli uomini dell’organizzazione con cui collaboro, ci sono tantissimi volontari senza i quali non sarebbe possibile mettere in piedi Marcialonga: sono una componente determinante. Abbiamo persone che si prendono giorni di ferie per venire a lavorare da noi. Poi, un altro aspetto importante sono gli sponsor: anche senza di loro faremmo poco o nulla. Per gratificarli tutti e dar loro visibilità, servono i media e le televisioni. Da alcuni anni ci siamo affidati a Sky, ma Marcialonga viene diffusa in 18 stati d’Europa in diretta integrale. Anche la Rai, nella giornata della gara, in orario serale trasmette le fasi salienti. Alcune televisioni estere, poi, pagano i diritti d’immagine con cui riusciamo a coprire i costi di produzione. È una macchina che ha bisogno di essere oliata al meglio ed ha necessità di tutti gli interpreti per funzionare».
Per questo è stata eletta ancora una volta miglior evento Ski Classics. Qual è il segreto che la rende unica in tutto il mondo?
«Abbiamo un’ambientazione spettacolare: siamo privilegiati per questo, dobbiamo solo saperlo sfruttare bene. Poi, una componente fondamentale è la logistica: se i partecipanti non trovassero un’ospitalità di alto livello, con condizioni economiche contenute come quelle che riusciamo a proporre in Trentino, non sarebbe così facile. Anche l’innevamento programmato ha il suo impatto, da garanzia di disputare la gara ed a livello tecnico è decisamente migliore di quella naturale. C’è il folklore che si trova passando attraverso i tanti paesi: il tifo delle persone che scendono in piazza è qualcosa che gli atleti si portano dentro negli anni. Infine, l’organizzazione che ce la mette tutta per far si che l’evento sia sempre indimenticabile».