fauna trentina
giovedì 7 Marzo, 2024
di Maddalena Di Tolla Deflorian
Gli anfibi in questo periodo migrano dai boschi, dove hanno trascorso (in letargo, nascosti alla nostra vista e attenzione) l’autunno e l’inverno, e vanno verso le zone umide, dove le femmine deporranno le uova. Piccoli come sono, affrontano diversi pericoli, fra cui le nostre auto, poiché spesso nel loro viaggio incontrano le strade trafficate. Ecco perché esiste (anche in Trentino) il progetto interregionale di salvataggio «Save the prince», titolo ironico. Il principe (the prince) evoca naturalmente la trasformazione del rospo in giovane uomo nobile (e bello) delle favole. Il Wwf coordina in Trentino un centinaio di volontari, di cui una trentina sono i più attivi. L’associazione ricorda che siamo responsabili di molti dei problemi che gli anfibi incontrano. La sfida della migrazione stagionale è una fra tante. «Più di un terzo delle oltre seimila specie conosciute di anfibi è attualmente a rischio di estinzione – spiega l’associazione –. Le minacce che pesano su di loro sono molteplici e complesse. Distruzione e frammentazione dei loro habitat naturali, traffico stradale in migrazione, inquinamento, uso eccessivo di pesticidi, urbanizzazione, introduzione di specie invasive sono solo alcune delle sfide che affrontano ogni giorno. La buona notizia è che esistono soluzioni pratiche già messe in atto – annota il Wwf – in particolare in Trentino anche grazie all’impegno del servizio Sviluppo sostenibile e aree protette e al servizio Gestione strade, per mitigare questo problema. L’installazione di barriere fisse e la costruzione di tunnel di sottopassaggio rappresentano le misure più efficaci per garantire la sicurezza degli anfibi. Dove non è possibile adottare subito queste soluzioni permanenti, si sono rivelate utili anche le barriere mobili temporanee». Le barriere mobili salvano la vita a migliaia di anfibi ogni anno e si integrano senza problemi con il normale flusso del traffico. «Queste iniziative, insieme all’impegno delle comunità locali e alla sensibilizzazione pubblica, sono essenziali per la preservazione della biodiversità e la protezione degli anfibi – commenta il delegato del Wwf Trentino Karol Tabarelli de Fatis –. In alcuni casi non c’è altra soluzione che non sia uscire la sera con secchio e torcia in mano, per trasportare gli animali da un lato all’altro della strada prima che finiscano sotto le ruote delle auto: non sempre è possibile costruire tunnel sotterranei e barriere fisse». Il salvataggio diventa anche conoscenza: i volontari svolgono l’importante ruolo di guardiani: «Durante le loro uscite monitorano l’andamento della migrazione e raccolgono dati importanti per capire se le popolazioni sono in salute, in crescita o declino, segnando ad ogni serata il numero di animali spostati, il loro sesso, la specie e altro». Tutte le informazioni raccolte su strada, sono poi inserite in un database, consultabile su savetheprince.net. Sono anche organizzate serate informative (finora due, con 70 partecipanti). Il Wwf Trentino ricorda che il gruppo di lavoro è sempre alla ricerca di nuovi volontari disposti a prendere parte a questa semplice ed efficacissima attività. «Save the prince» opera in Trentino su numerosi siti in varie vallate: al colle di Tenna, presso i laghi Costa, Cei, Loppio, Santa Colomba, a Malga Laghetto (Lavarone), ai Paluatti e sulla strada vecchia di Levico Terme, a Pradellano, a Romagnano, alla Torbiera di Fiavè e a Valt (Altopiano di Pinè).
Per evitare gli schiacciamenti bastano alcune piccole accortezze: alla guida in serate umide o piovose, è bene rallentare e fare caso a eventuali presenze saltellanti sulla carreggiata, evitando di investire questi animali e spostandoli, se possibile. Se si è a conoscenza di tratti stradali trafficati in cui molti animali vengono investiti è bene segnalarli al Wwf che potrebbe organizzare gruppi di volontari. Ci si può poi proporre come volontari salvarospi, bastano anche poche ore di disponibilità al mese.
Il Wwf fornisce informazioni anche su come maneggiare questi animali nel caso in cui si decidesse di spostarli, in primis la necessità di usare sempre i guanti per evitare loro sbalzi termici e perché la loro pelle è delicata. È necessario poi prestare molta attenzione a che non saltino per terra dall’alto o che non sguscino dalle mani. Spostarli sempre (meglio se con secchi alti) nella direzione verso la quale si stavano dirigendo, tranne qualora ci si trovi davanti a un maschio (o più maschi) sopra una femmina: in quel caso bisogna togliere il maschio delicatamente e verificare se la femmina stesse tornando nel bosco (in quel caso, adesso, in primavera, va portata invece verso la zona umida, e il maschio nella direzione opposta). È bene infine usare giubbotti catarinfrangenti e comunque non mettersi in e non creare situazioni di rischio stradale. Per informazioni o per diventare volontari basta scrivere a trentino@wwf.it.
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