Il progetto

giovedì 21 Marzo, 2024

Trento, Rovereto, Alpe Cimbra e Valsugana: nasce il primo distretto turistico sostenibile del Trentino

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Le quattro Apt si sono candidate insieme per vedersi riconosciuta la certificazione internazionale. Ravelli: «Molto di più di un bollino, costruiamo ecologia»

Molto più di un bollino. Quello che stanno portando in porto le Apt di Trento, Rovereto, Alpe Cimbra e Valsugana è un percorso sinergico ambizioso che porterà, a breve, ad un obiettivo significativo: la nascita del primo distretto turistico sostenibile del Trentino. Per farlo bisogna ottenere la certificazione Gsct (global sustainable tourism council) e proprio in queste settimane si stanno tenendo le audizioni necessarie. Si tratta di uno dei primi frutti delle Agenzie territoriali di area (Ata) nate a seguito della nuova legge del turismo del 2020. A seguiti della riforma sono nate quattro Ata, quella denominata «città, laghi e altipiani», raggruppa al suo interno le Apt sopra citate. Lo scopo delle Ata era quello di favorire progetti collaborativi tra le varie aziende per il turismo. Non è un caso allora che l’Ata «città, laghi e altipiani» abbia deciso di ottenere questa certificazione. Proprio l’Apt della Valsugana era stata apripista di questo percorso, ottenendo il riconoscimento nel 2019, e sta ora guidando le altre nel raggiungimento dell’obiettivo.
Una verifica rigorosa
«Non è affatto semplice ottenere la certificazione Gstc, non è un’autocertificazione, ma si ottiene solo dopo un rigoroso controllo», racconta Stefano Ravelli, direttore dell’Apt Valsugana. Proprio in queste settimane le quattro Apt sono sottoposte ad una verifica esterne che ha il compito di certificare e valutare il rispetto delle linee guida previste per ottenere il riconoscimento. «Il Gsct è un’organizzazione seria ed importante – aggiunge Ravelli – E per ottenere la certificazione bisogna passare per l’analisi di Vireo che al momento è l’unico ente certificatore accreditato italiano». Se la verifica sarà positiva alla fine tutte le Apt riceveranno la certificazione internazionale di sostenibilità, dando così vita al primo distretto turistico sostenibile del Trentino.
Gli obiettivi di sostenibilità
Ma su cosa si basa la verifica? Il Gsct ha deciso di prendere i criteri più riconosciuti a livello mondiale: quelli degli obiettivi di sviluppo sostenibile indicati dall’Agenda 2030 dell’Onu. In totale sono oltre centocinquanta i criteri in linea con l’Agenda 2030, legati a diciassette obiettivi diversi su cui le quattro Apt verranno valutate. «Il Gsct ha analizzato a fondo il tema della sostenibilità – spiega Ravelli – Dividendola in quattro macro-aree». Sono l’area ambientale, quella sociale, quella culturale e quella di destinazione. La prima è quella più facilmente ricollegabile al concetto di sostenibilità, in questa area trovano spazio obiettivi come la riduzione delle emissioni, l’aumento della produzione e consumo di energia elettrica «verde» e una gestione virtuosa dei rifiuti. In quella sociale trovano spazio aspetti differenti, come ad esempio la qualità della vita dei residenti. «Per noi è stata fin da subito una voce importante – racconta Ravelli – Attraverso questo percorso abbiamo compreso che più i residenti vivono bene, meglio si trovano anche i turisti che vengono a visitare le nostre località». Sotto la macro-area culturale trovano spazio iniziative volte a indirizzare parte dei proventi derivanti dal turismo proprio per la conservazione del patrimonio artistico e culturale del territorio e anche progetti per monitorare l’afflusso dei turisti e gestirlo meglio, evitando gli affollamenti. «La macro-area di destinazione è forse quella maggiormente turistica – spiega Ravelli – Qui sono concentrate le iniziative con i Comuni, le attività economiche e gli altri agenti attivi sul territorio. Qui costruiamo collaborazioni su vari temi che vanno dalla mobilità, fino alla qualità dell’acqua».
Molto più che un bollino
Qualora arrivasse, la certificazione sarà un punto di partenza e non un punto di arriva, lo assicura Stefano Ravelli. «Come Apt della Valsugana iniziammo il percorso di certificazione nel 2017 e la ottenemmo nel 2019. Ricordo che quel giorno mi misi il bollino sulla giacca, ma già da quello dopo ero al lavoro per aumentare la sostenibilità». Sì perché la verifica è annuale. «Può essere che concedano la certificazione nonostante qualche voce non proprio perfetta – spiega Ravelli – Può essere che anno dopo anno i criteri si facciano più ambiziosi. Per vari motivi il Gsct ti spinge ogni anno a migliorare le tue prestazioni». Per questo motivo il distretto vuole nascere con obiettivi ambiziosi, diventando un agente di cambiamento nell’intera filiera turistica, promuovendo pratiche sostenibili al suo interno. «Se mi guardo alle spalle vedo quanta strada abbiamo fatto in questi cinque anni – conclude Ravelli – La sensibilità al tema della sostenibilità sul territorio è aumentata molto, le buone pratiche si sono diffuse e sono sicuro che sarà così anche a Trento, Rovereto e sull’Alpe Cimbra. Il bello di questo percorso è che coinvolge tutti: Apt, alberghi, scuole, associazioni. Si parla sempre di sinergie e di fare rete, con la sostenibilità lo stiamo facendo davvero».