sanità
sabato 2 Settembre, 2023
di Tommaso di Giannantonio
Le spese per farmaci e visite mediche mettono in difficoltà oltre duemila famiglie in regione, 2.094 per la precisione. Stando alla distribuzione dei redditi, in Trentino si può stimare che siano circa 1.200 i nuclei a rischio povertà a causa del carico di spesa legato alla salute. È quanto emerge da una ricerca dell’Università Lumsa di Roma. Lo studio è stato condotto da Antonello Maruotti. «Il problema principale sono le lunghe liste d’attesa nelle strutture pubbliche — dice il professore ordinario di statistica — I cittadini si rivolgono sempre di più ai privati per accelerare i tempi, ma in questo modo aumenta anche la spesa».
Quanto assorbono le spese sanitarie
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) parla di «spese mediche catastrofiche» quando una famiglia è costretta a spendere oltre il 20% del proprio portafoglio per farmaci e visite. Tolte le spese per mangiare (generi alimentari), oltre un quinto della capacità di spesa è assorbito dai costi sanitari. Ecco in Italia 1,3 milioni di famiglie fanno «spese mediche catastrofiche»: il 5,17% del totale dei nuclei familiari. Permangono le differenze regionali. «L’Italia è spaccata in tre: Nord, Centro e Sud», dice l’autore della ricerca. Nelle regioni meridionali si registrano le percentuali maggiori, a testimonianza di una sanità che corre ad un’altra velocità rispetto al resto del Paese.
In Trentino-Alto Adige, invece, 18.357 famiglie spendono oltre un quinto della spesa per medicine e prestazioni sanitarie: il 3,97%. Nella sola provincia di Trento si possono stimare almeno 10mila nuclei. Non sono valori particolarmente alti, anzi: la regione è al quintultimo posto nella classifica.
Stando ai dati Istat sui consumi relativi al 2021, in Trentino una famiglia deve mettere in conto mediamente 137,5 euro al mese di costi sanitari, ossia il 4,9% della spesa media mensile complessiva.
Quanti sono a rischio povertà
Fra tutte queste famiglie trentine e altoatesine, 2.094 sono scivolate nella povertà relativa proprio a causa delle spese mediche. Di fatto l’incidenza dei costi sanitari sul portafoglio conduce queste famiglie a vivere in una situazione di difficoltà.
In tutta Italia sono 378.629 i nuclei a rischio povertà: l’1,45% del totale. Il Trentino-Alto Adige, ancora una volta, presenta un contesto migliore rispetto al panorama nazionale: si trova al penultimo posto. In provincia di Trento si possono stimare circa 1.200 famiglie a rischio povertà.
«Il problema principale sono le liste di attesa: se per fare una Tac al pubblico bisogna aspettare mesi ci si rivolge al privato, anche se si paga di più», considera Maruotti. Tra l’altro in Trentino le criticità maggiori si riscontrano proprio in questo ambito: per fare una Tac o una risonanza magnetica si può aspettare fino a 90 giorni, mentre la regola parla di massimo 30 giorni.
Quali famiglie riscontrano difficoltà
Lo studio ha individuato anche i profili delle famiglie che finiscono in una situazione di difficoltà economica. «Il quadro generale ci dice che sono le famiglie con minori o con over 75 a carico — spiega Maruotti — La componente anagrafica è chiara: all’aumentare dell’età il peso delle spese sanitarie sulle famiglie. A rischio povertà anche le famiglie in cui la principale fonte di reddito deriva da un lavoro modesto: operai e assimilati». Tutti fattori che variano a secondo del contesto geografico. «Nel nordest la componente dei minori a carico non è così rilevante, piuttosto incide l’invecchiamento della popolazione — prosegue il professore — A soffrire maggiormente sono le famiglie guidate dalle donne e le famiglie con contratti precari. Ciò è dovuto probabilmente al divario retributivo di genere».
«Venuti meno i principi della Carta»
Maruotti fa notare come una spesa così alta per la salute cozzi con la Carta costituzionale. «Il 5,17% delle famiglie che spende più di un quinto per farmaci e visiti è una percentuale rilevante in un sistema sanitario come il nostro in cui vigono i principi di universalità, equità e uguaglianza — osserva — L’articolo 32 della Costituzione dice che le cure devono essere accessibili a tutti. È evidente che questi principi stanno venendo meno. Il federalismo sanitario ha aumentato solo le disparità fra le Regioni».
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